Non sapevo se chiamare questo pezzo di me “risveglio” o “consapevolezza”.
O forse entrambi ma non ci stava nel titolo, cozzano un po’.
Ho aspettato questo momento per anni, sapevo che sarebbe arrivato, che quanto potessi sforzarmi non sarebbe cambiato nulla, che sarebbe capitato come la sveglia che hai sbagliato a mettere e non lo sapevi.
Ti svegli di colpo.
E vedi tutto
E ti senti inerme
E pensi a quante cose non hai fatto, a quante non hai avuto accesso, a quante hai rinunciato
E ti domandi quanto saresti più avanti ora se non avessi perso quegli anni
O ti soffermi per cinque minuti e fai un check up di quello che è ora la tua vita. E così faccio. Più che altro sono alcune idee che mi fanno fermare e riguardare indietro. Parte ad esempio dal pensiero che ci vorrebbero più ore in un giorno affinchè io possa scrivere per i miei blog, perchè io possa scrivere gli articoli per Ohhh.it (l’ultimo ci ho messo quasi una settimana tra una ritoccata e l’altra), perchè avrei voglia di fare non so quanti disegni di pavimenti pelvici, ovaie, uteri vagine a mano perchè mi servono e quelli che trovo non mi piacciono ma non ho il tempo e perchè li vorrei per il mio nuovo negozio, perchè vorrei cercare di promuovere i miei incontri qua in zona ma non ho tempo perchè son presa dai corsi per le ostetriche o gli incontri a Empoli… E allora penso agli anni -almeno 3/4- in cui mi sono come addormentata punta da un ago avvelenato (citazione da nota fiaba) ma nessun principe è venuto a svegliarmi come nella fiaba. O meglio ho avuto miraggi di “principi” che forse mi facevano svegliare un pezzo alla volta.
Questo è l’effetto di una violenza psicologica.
Ti addormenta, ti annulla, ti spacca in due. Mi ricordo quando stavo partendo in quarta e tutto ad un tratto tutto si è messo a tacere, tutto insieme. Il mio lavoro, il mio sorriso, i miei colori, il mio blog… io insomma ero spenta. Pensavo che una volta non sentito più quel dolore dentro potesi iniziare a risvegliarmi, ma non molto. Questa estate lavorando in cucina, perchè non ero riuscita a far rinascer il mio lavoro in un posto nuovo, il mio capo guarda i miei piatti e mi dice “Vio, sono spenti, cosa ti è successo?”. Ed ecco un altro momento di consapevolezza di quanto una violenza possa influire su tutta la vita di una persona.
Piccoli pezzi, uno alla volta si sono risvegliati. Altri magari si sono addormentati perchè le energie sono quelle che sono. Ho ripreso a fumare l’anno scorso per gli attacchi di ansia/panico e ora son 5 settimane che non fumo e spero riuscire a non riprendere. Ero arrivata a perdere un bel po’ di kg e ora mi sa che tra gonfiore per magiare schifezze e ciccia per mangiare male, ne ho ripresi un bel po’.
Ho quasi smesso di cucinare e questo credo sia quello che influisce su molte cose. Ma un passo alla volta…
Ho una casa dove mi sento a casa, spesso incasinata, un po’ umida, ma a mia immagine colorata e politropa
Sto lavorando in quello che mi piace, devo magari migliorare un po’ le cose, ma non ho più l’ansia di non arrivare a fine mese
Sorrido e ballo di nuovo senza un motivo apparente
Scrivo, faccio foto e creo.
Sommando tutto direi che risvegliandosi si possono avere dei momenti di consapevolezza, di quello che si è subito, di quello che ci hanno fatto perdere, di quello che ci hanno tolto e non avremo mai più indietro.