Ero con un amico l’altro giorno e mi stava aiutando a fare un po’ di pulizia dalle foto di facebook visto che ne carico millemila e lui è un curiosone e tipo che se il pc non si fosse stancato per primo avremmo finito di vedere tutte le mie foto. Considerate che sono iscritta dal 2008 e pubblico foto a gogo, soprattutto da 4 anni da quando ho lo smartphone. Comunque, guardando indietro nel tempo si è accorto di una cosa e mi diceva “guarda qua com’eri triste” o qualcosa del genere. E in effetti lo si vede bene, e confrontando con quella che era la mia vita nei momenti in cui sono state scattate le foto tutto coincide a fagiolo.
Quindi ora, vi puppate una serie di fotine mie, tipo il prima normale –> il dopo triste –> e la rinascita felice.
Foto scattate da altri, sorrisi stentati, forzati. Però a quanto pare fino a che non ci stai dentro non lo vedi che c’è un alone di grigio, un po’ come se si avessero fisse le cataratte. A me le foto molto non piacevano e ora so il perchè, ma è buffo come a volte serva una persona che da fuori ti dice il perchè o nota la tristezza che sta dietro a un sorriso o a uno sguardo, qualcuno che non ti conosce da molto eppure… E la domanda che segue è “ma chi mi conosceva si rendeva conto che ero una copia in color seppia di me stessa?”
E qua sono io ora, ancora acciaccata ma pare che mi si veda meglio, i kg che ho perso (me ne mancano tanti ancora per tornare un po’ come prima) e la voglia di fare e colorarmi ancora, sia con i miei accessori e vestiti che con i sorrisi veri, non forzati, non recitati. Il nostro corpo ci mostra in vari modi che qualcosa non va. Il sistema immunitario se ne va in ferie per un tempo indeterminato, le voglie e le energie son sempre più pigre, e il nostro sorriso si mette in letargo