Sempre più leggo leggende sullo squirting, articoli scritti male, storie che l’orgasmo vaginale non esiste o peggio che l’eiaculazione femminile è direttamente connessa all’orgasmo vaginale, del tipo “no orgasmo no squirting”.
Lo squirting o eiaculazione femminile esistono, è una reazione del corpo femminile quando la zona clito-uretro-vaginale viene stimolata nel punto giusto.
Lo squirting può arrivare da solo o accompagnato da un orgasmo per come lo intendiamo comunemente, quando arriva da solo non sono stimolati il glande del clitoride, i bulbi del clitoride o altre zone di spicco per il piacere vaginale siano stimolate (punto A, punto profondo, punto SP).
Parlerò poco ora di questo ma sappiate che l’orgasmo vaginale esiste!
Può essere causato dalla stimolazione:
– dei bulbi del clitoride con la penetrazione (di un pene, di un oggetto, di dita, di mani intere)
– principalmente dalla stimolazione del punto G in associazione ad altri punti
– principalmente dalla stimolazione del punto A, e/o punto profondo e/o cervice in associazione ad altri punti
– principalmente dalla stimolazione del punto PS (spugna perianale) in associazione ad altri punti
Ricordando che per orgasmo ora si intende un acme di piacere dopo adeguata stimolazione, contrazioni orgasmiche a seguire e via dicendo.
Per squirting/eiaculazione femminile si intende la fuoriuscita del liquido dalla uretra e dalle ghiandole parauretrali o di Skene, associato a un precedente rigonfiamento della zona clitoro-uretro-vaginale, di un aumento della sensazione di calore e del bisogno di “liberarsi” lasciando andare e non contraendo come avviene per un orgasmo. Spesso la sensazione che si avverte durante la stimolazione è quella di dover andare a svuotare la vescica anche se appena svuotata, una sensazione intensa come se la zona si stesse gonfiando e riempiendo, un qualcosa di diverso rispetto a quello che si sente con la stimolazione di una delle parti del clitoride.
Secondo Rocco Siffredi tutte le donne possono riuscirci!
Per poterlo fare serve molta consapevolezza di se, andare alla ricerca della zona specifica, e avere le giuste stimolazioni, che possono essere con le dita proprie se ci si arriva o di altra persona, con un gioco specifico o con la penetrazione (vaginale e anche anale). Le prime volte ci può volere tempo e movimenti molto mirati. Quando la consapevolezza aumenta diventa una cosa sempre più facile e spesso non controllabile tanto che le donne spesso si ritrovano a usare cerate o lenzuoli speciali o una montagna di asciugamani!
Se vi capita di incontrare una donna che squirta, che ha orgasmi da stimolazione del glande del clitoride e/o orgasmi (o ci va vicina) vaginali (*generalizzando consideriamo tutti i punti di stimolazione visti prima) vi dirà che sono tutte cose diverse, e volendo può anche differenziare bene quello che sente se le viene stimolato il punto PS o il punto A.
Avevo già introdotto il punto G, o meglio la zona clitoro-uretro-vaginale o clito-uretro-vaginale, come piace di più a me, parlando in merito alla forma della clitoride e accennando a questa zona.
Riprendiamo un po’ il discorso! Dei francesi hanno dimostrato come il “punto G” individuato da Grafenberg sia più che altro una zona costituita da:
- uretra, o meglio dalla spugna uretrale che la avvolge conosciuta anche come corpo spongioso dell’uretra (nome che prende nell’uomo) o spugna periuretrale
- dalle ghiandole di Skene (o parauretrali) e dalle ghiandole uretrali che si dovrebbero trovare intorno alla uretra, i cui dotti sfociano sia dentro l’uretra che ai lati della apertura uretrale nel meato urinario
- il corpo del clitoride, pare che ecograficamente durante l’eccitazione se la donna attiva il proprio pavimento pelvico questo possa anche entrare in profondità
- una zona “corrugata” sulla parete vaginale che guarda verso il monte di venere, a quanto pare hanno proprio isolato un malloppo di tessuto diverso dal resto e che potrebbe avere “proprietà magiche” giusto per sdrammatizzare
In molti hanno detto che non esiste, che se si stimola la spugna periuretrale della donna non si prova nulla o poco, un po’ come fare una carezza a una valigia. Eppure se si stimola quel punto -o zona che non è sempre nello stesso posto ma cambia da vagina a vagina e va ricercata- qualcosa accade, qualcosa si sente. Nell’uomo questo punto è poco sotto il frenulo e se ben stimolata porta molto piacere.
Questi pezzi sono aggrovigliati e se ben stimolati possono dare sensazioni intense e anche diverse in base al tipo di stimolazione.
Alcuni studi, anche se su un numero davvero basso di donne -uno lo fa su 7 e altri solo su 1 donna- hanno messo in evidenza che ci sono due tipi di liquidi e in base a questo hanno dato un nome diverso al fenomeno:
– eiaculazione femminile: quando il liquido che fuoriesce è di minor quantità e contiene il PSA (antigene anti prostatico) che viene prodotto dalla ghiandola di Skene che sarebbe la prostata femminile
– gushing o squirting quando il liquido è di maggiori quantità ed è costituito da una urina molto diluita
Il liquido che fuoriesce può provenire
– solamente dalle ghiandole di Skene (o parauretrali) e dalle ghiandole uretrali, ma non ne contengono molto e talvolta si può avere la sensazione di aver emesso qualcosa ma le poche gocce non sono così evidenti, sensazione accompagnata da quel calore che si propaga e dall’aver lasciato andare con successiva sensazione di benessere
– dalla vescica che si riempie con la stimolazione e quindi è praticamente acqua, ma talvolta può avere più tracce di “vera urina”
– un mix tra liquido delle ghiandole e finta urina.
Che sia vera “eiaculazione femminile” o squirting /gushing, che il liquido provenda dalle ghiandole o dalla vescica, una donna non ha bisogno di conferme o analisi. Sa quello che sente durante la stimolazione della zona clitoro-uretro-vaginale e durante il “fenomeno” come in alcuni studi lo chiamano, e quello che sente non cambia in base alla chimica del liquido che esce.
gush: zampillo
squirt: spruzzo, schizzo
Studio su eiaculazione o squirting/gushing