L’ostetrica può fare tante cose, come lavorare presso una struttura pubblica, privata, convenzionata ma anche essere una libera professionista ed assistere la donna durante tutta la sua vita e non solo durante la nascita. Questo in base al Decreto Ministeriale 740 del ’94.
Per diventare una libera professionista l’ostetrica per secondo la Legge 249 del 7 agosto del 1990:
4 – L’art. 2 della legge prevede che, a decorrere dal 1 luglio 1990, le ostetriche iscritte all’albo professionale ed esercenti la libera professione sono iscritte obbligatoriamente alla gestione dei contributi e delle prestazioni previdenziali degli esercenti attivita’ commerciali costituita presso l’INPS, con esclusione delle ostetriche iscritte ad altra forma obbligatoria di previdenza.
quando una ostetrica apre la partita iva deve iscriversi alla previdenza come Artigiano e questo comporta pagare dei contributi fissi all’anno in base alle entrate. Il primo scaglione arriva fino ai 14000 annui e si devono versare 2800 euro divisi in 4 rate da 700€ (febbraio, maggio, agosto e novembre), appena si apre la partita iva si deve oltresì pagare l’inail che sono circa 100 euro all’anno e la camera di commercio, altri 100 euro.
Quando si inizia si può scegliere quale regime seguire, ce ne sono ben due! I NIP e il regime dei minimi. I NIP (nuove imprese produttive) richiede alcune postille (come non aver mai lavorato come ostetrica prima) per poterlo usare che in questo articolo de Il sole 24 ore sono spiegate abbastanza bene, quindi non tutti ne possono usufruire. con il NIP si paga all’anno solo il 10% di tasse e lo si può avere per un massimo di 3 anni sempre che le entrate stiano sotto i 30000 euro all’anno. Con questo regime si può usufruire del tutoraggio all’Agenzia delle Entrate e per i primi 3 anni (o meno se si superano i 30000 euro/anno) si può avere l’assistenza di un commercialista dell’Agenzia delle Entrate a titolo gratuito.
In alternativa si può fare il regime dei minimi dove si pagano all’anno il 20% di tasse sempre chè le entrate stiano sotto i 30000 euro circa annui. Qua trovate una buona spiegazione (e c’è anche un’altra sui NIP).
C’è una nuova legge che permette alle giovani ostetriche sotto i 35 anni di pagare solo il 5% di tasse sempre che non si abbia lavorato prima come ostetriche… provate a chiedere al commercialista!!
Da quello che ho capito dalla mia visita dal commercialista le tasse si pagano sul netto, ovvero
guadagno totale – spese = netto
quindi il 10% o il 20% sul netto.
Le spese che si possono detrarre sono la
– benzina, se la macchina non è propria si deve chiedere a un commercialista che rilasci un certificato di comodato d’uso gratuito dell’auto
-le spese delle utenze e del telefono se sono a nome proprio e se si usa una stanza della casa come studio
-spese del cellulare sempre chè sia nome proprio
-le spese sostenute per macchinari e tutto quello che serve per l’attività
– le spese dei corsi di aggiornamento
Nel 2006 il Decreto Bersani ha abolito il tariffario che suggeriva le tariffe minime per le prestazioni. Quindi ora una è libera di fare le proprie tariffe, sempre che la donna sappia quanto dovrà pagare alla fine della prestazione.
E’ stato inoltre abrogato il divieto di fare pubblicità sempre che questa non sia promozionale (si regalino dei gadgets) o comparativa e sia rispettosa.
Purtroppo sia con il NIP che con il regime dei minimi non si possono scaricare nel 740 le spese mediche, l’affitto o gli interessi del mutuo perchè sono dei regimi agevolati.
Questa è giusto una infarinatura, altre informazioni le trovate nel sito della FNCO (Federazione Nazionale Collegio delle Ostetriche) e in particolare nella sezione delle FAQ “libera professione”. Qua si trovano anche le caratteristiche che deve avere lo studio professionale.
Nonchè è bene andare da un commercialista per avere più spiegazione e non sbagliare nulla.
I commercialisti più economici sono quelli del CAF, costa circa 400 euro e include controlli delle fatture ogni 3 mesi e la dichiarazione dei redditi.