Alla nascita abbiamo innate delle capacità per poter sopravvivere, riprodurci e continuare la nostra specie. I centri del nostro organismo che controllano questi comportamenti essenziali si trovano nelle regioni ipotalamiche dell’encefalo, nel “cervello arcaico”. Normalmente le situazioni che attivano la reazione di sopravvivenza, ovvero di “attacco e fuga”, sono diverse da quelle che ci spingono a riprodurci. Durante il travaglio queste due aree si congiungono: durante il travaglio la donna è molto vulnerabile agli “attacchi” e il buon esito dell’evento dipenderà dalla sua capacità di esser protetta dalle situazioni potenzialmente minacciose per la vita.
Questi processi sono governati da molti ormoni ma quelli che giocano il ruolo principale sono 3: l’ossitocina, le endorfine e l’adrenalina. L’ossitocina regola l’andamento dell travaglio, le endorfine proteggono la madre dall’eccessivo dolore, l’adrenalina influenza negativamente i due ormoni precedenti. L’ossitocina è spesso definita come “l’ormone dell’amore” perchè regola gli aspetti principali del comportamento riproduttivo sia della donna che dell’uomo. Viene anche definito un “ormone timido” perchè la sua produzione è facilmente influenzabile da condizionamenti esterni. La stimolazione di certe zone coinvolte nella riproduzione, come la vagina, il clitoride, la cervice e i capezzoli portano a un rilascio di ossitocina.
La produzione di ossitocina:
– stimola comportamenti di accudimento sia nella donna che nell’uomo, cresce l’intimità che può garantire che il nuovo nato abbia due genitori
– la produzione di ossitocina della donna durante il periodo preovulatorio e ovulatorio stimola la produzione di sperma nell’uomo
– quella prodotta durante il rapporto sessuale con l’orgasmo agisce sul collo dell’utero e sulle tube di Falloppio aumentandone la mobilità e garantendo il trasporto degli spermatozoi
– l‘ossitocina prodotta con l’orgasmo riduce gli stati ansiosi e la depressione
– influisce sulla temperatura della cute, soprattutto la zona del seno che diventa più caldo
– quella prodotta durante la gravidanza mantiene la cervice ben chiusa per i primi due trimestri e causa le contrazioni di Braxton Hicks che servono per mantenere l’utero tonico e favorire un buon afflusso di sangue nella placenta
– favorisce la contrazione dell’utero durante il travaglio, queste comprimono il bambino contro la cervice, la quale stimola ulteriore produzione di ossitocina
– la distensione della vagina e del pavimento pelvico durante la discesa del bambino aumentano ancora la produzione di ossitocina, che stimola l’utero a contrarsi. Si crea un circolo chiuso di azioni riflesse e un’importante meccanismo di sicurezza che garantisce la nascita del bambino anche senza alcuno sforzo materno
– quando la testa del bambino si incorona, lo stiramento dei tessuti perineali stimola un altro picco di ossitocina che porterà all’iniziale distacco della placenta e a preparare il colostro nelle mammelle e la successiva eiezione del latte
– l’ossitocina rilasciata durante l’allattamento al seno induce comportamenti materni e nutritivi e causa forti contrazioni all’utero in modo da aiutarlo a tornare a una condizione pregravidica e diminuire le perdite post-partum
Ci sono molti fattori che inibiscono la produzione di ossitocina divisi in diretti e indiretti
Fattori diretti
– paura o ansietà (causati da fattori esterni come esser spostate durante il travaglio ad esempio recandosi in ospedale, odori spiacevoli, persone estranee, rumore, distrazioni, luci forti, sentirsi esposte, ecc; o da fattori interni come preoccupazioni riguardo la salute del bambino, o per le lacerazioni, paura del dolore, ecc)
– le iniezioni anestetiche (epidurale, anestesia locale) che inibiscono i nervi a livello dei siti recettoriali necessari al riflesso di Ferguson (lo stiramento della cervice manda un messaggio doloroso al cervello che risponde producendo ossitocina)
– l’induzione o accelerazione del parto che satura in maniera anomala con ossitocina sintetica i recettori naturali rendendoli meno sensibili all’ossitocina prodotta dal corpo
– l’episiotomia riduce lo stiramento del perineo rimuovendo un fattore chiave per il rilascio di ossitocina
– la separazione del bambino dalla madre subito dopo la nascita, provocando la mancata stimolazione del capezzolo
Fattori indiretti
– pensieri e atteggiamenti che possono causare imbarazzo (molte persone che circolano per la sala parto, poco rispetto della riservatezza, atteggiamenti poco empatici, ecc)
– ricordi, forse di passati abusi sessuali, che possono rimanere inconsci (creando un disagio inspiegabile) o consci suscitando paura
– imbarazzo o rabbia
L’inibizione della produzione dell’ossitocina:
– porta a un rallentamento del travaglio
– le contrazioni diventano meno frequenti e a loro volta causano una lenta dilatazione della cervice
– il periodo espulsivo si allunga per la poca o inesistente voglia di spingere
– c’è un rischio aumentato di emorragie post-partum
– ci possono essere problemi con l’allattamento al seno in seguito a un’alterazione del riflesso di eiezione del latte
Riassumendo, la produzione di ossitocina è aumentata dalla stimolazione di alcune parti del corpo (capezzoli, utero, vagina, cervice), dal contatto pelle a pelle, dalla vicinanza e dallo sguardo, mantenendo un ambiente sicuro e riservato, da tutto ciò che aiuta la donna a rilassarsi e distendersi (massaggi e coccole, doccia o bagno caldo, musica tranquilla, luci soffuse, ecc).
Utile può essere il massaggio ossitocinico per aumentare la produzione si ossitocina. Spesso viene usato quando ci sono delle difficoltà con l’allattamento. La donna si deve sedere e appoggiare i gomiti su un tavolo o divano e la testa rilassata. Il massaggio va fatto con i polpastrelli dei due pollici che tracciano dei cerchietti verso l’esterno ai due lati della colonna vertebrale, dal basso verso l’alto. La posizione reclinata in avanti favorisce il flusso di latte dalla parte profonda del seno verso il capezzolo.
Fonti:
“L’ostetrica e l’arte del sostegno durante il parto” A. Robertson,
“Ginecologia e Ostetricia” Pescetto et all.,
“Allattare – Un gesto d’amore” T. Catanzani e P. Negri