Le endorfine…un ottimo aiuto durante il travaglio

L’endorfina (o endorfine) è una sostanza chimica di natura organica prodotta dal cervello dotata di proprietà analgesiche e fisiologiche simili a quelle della mofrina e dell’oppio, ma con portata anche più ampia di queste. Vengono prodotte a livello del tronco cerebrale, delle terminazioni nervose e anche dalla placenta; vengono liberate ogni volta che l’organismo è fisicamente stressato oltri i suoi normali limiti.
Le endorfine sono in grado di lenire il dolore, creare un senso di benessere e alterare la percezione del tempo e dello spazio. Gli effetti che hanno sul comportamento sono notevoli tanto che la donna riesce a percepire il loro aumento. La loro produzione durante il travaglio fa si che, nonostante il dolore causato dalla nascita di un bambino, la donna abbia voglia di riprodursi ancora, se invece il meccanismo di compensazione non è stato adeguato e la sofferenza sproporzionata. verranno evitate altre gravidanze.

La gravidanza in sé porta un aumento dello stress per la donna perchè deve far fronte a carichi di lavoro straordinari dovuti alle richieste particolari del bambino che sta crescendo. Man a mano che passano i mesi il valore delle endorfine aumenta gradualmente in base allo stress, e verso la fine della gravidanza la donna avrà livelli di endorfine constantemente elevati. Questi possono anche causare cambiamenti nell’umore, sensazione di benessere, di accettazione e prontezza per il bimbo, sonno interrotto con la tendenza a restare sveglie per ore, sogni vivaci, notevole amnesia materna.

Appena iniziano i prodromi le endorfine aumentano e continueranno ad aumentare mano a mano che il travaglio va avanti. Ci si può accorgere quando il travaglio diventa attivo dal comportamento della donna, le contrazioni ravvicinate e più dolorose stimolano la produzione delle endorfine e la donna si apparta, diventa più sedentaria, riposa tra una contrazione e l’altra, chiude gli occhi e appare “trasognata”. Questo indica che i suoi livelli di endorfine sono adeguati alla situazione e che il travaglio sta procedendo bene.

Durante il periodo espulsivo c’è il picco massimo di produzione così la donna può gestire meglio il dolore e permettersi di concentrarsi su se stessa. Molte donne si disorientano e l’amnesia che le accompagna spiega la difficoltà nel ricordare molti dettagli di questa parte del travaglio.
Talora è possibile che l’elevato tasso di endorfine provochi nelle donne delle allucinazioni, come la convinzione di non esser in grado di far nascere il loro bambino e in casi estremi, di poter morire.

Durante la fase di latenza, in cui le contrazioni diminuiscono prima del periodo espulsivo, le endorfine aiutano la donna a recuperare le forze prima dell’ultimo sforzo. Quando nasce il bambino la fatica del travaglio cessa e la donna sperimenta il caratteristico stato euforico: è esultante, prova grande soddisfazione e si trova in uno stato d’animo positivo e ricettivo, importante per accogliere il suo bambino. E’ molto importante per il neonato che sua madre sia in grado di occuparsi di lui, di nutrirlo e proteggerlo; il bambino da parte sua manifesta comportamenti volti a piacere e ad attirare su di sé l’attenzione in modo positivo.

La gioia provata dopo il parto è causata dalle endorfine e non si presenta in egual maniera se la produzione di questi ormoni non viene stimolata dalle contrazioni durante il travaglio.
Dopo la nascita del bambino le endorfine calano drasticamente e 2-3 giorni dopo possono tornare ai livelli pregravidici nelle donne che non allattano, mentre le donne che allattano il livello di endorfine risale dopo la montata lattea a circa 5-7 giorni dal parto e la loro produzione sarà stimolata continuamente dall’ossitocina che viene provocata dalla suzione del bambino. Si pensa che questo calo delle endorfine del terzo giorno possa causare l’inizio del baby blues.

Le endorfine vengono inibite dalla produzione di adrenalina (che si ha quando la donna ha paura, non si sente a suo agio, quando ha paura), da farmaci e da anestetici. Vengono invece stimolate dalle contrazioni del travaglio, da stimoli sensoriali piacevoli (musica, luci soffuse, profumi graditi, massaggi e coccole, ecc) e dal ridere. Per aiutare la donna a mantenere un giusto livello di endorfine la si deve proteggere dall’ambiente esterno, parlare a voce bassa,
rispettare i suoi tempi, non allarmarla parlando alle sue spalle, e tutto quello che può aiutarla a stare
tranquilla e rilassata.

Fonti:
“L’ostetrica e l’arte del sostegno durante il parto” A. Robertson,
“Ginecologia e Ostetricia” Pescetto et all.

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