Fresca da un nuovo corso di formazione, a dire il vero è solo la prima parte di 3 moduli con cadenza mensile e non vedo l’ora che passi il tempo per frequentare gli altri e avere più nozioni da poter mettere in pratica!
Corso organizzato da PharmExtracta, nato da belle chiacchiere con il presidente mentre io e una collega gli spiegavamo chi erano le ostetriche (pavoneggiandoci perchè è bello quando qualcuno ci ascolta con interesse) e cosa possiamo fare in concreto sia come libere professioniste che come dipendenti in un consultorio. Mi chiede cosa vogliamo imparare ed ecco che gli mando un mega elenco con tutto tutto quello che secondo me e il consiglio direttivo (perchè sotto c’era lo zampino delle OLPI) poteva esserci utile. Dopo varie mail di scambio e rincorsa dei vari docenti ecco che passano vari mesi e a gennaio è pronto il programma definitivo e le date son fissate per il 14/15 marzo per il primo modulo.
Al corso partecipiamo effettivamente in 10 olpine e orgogliose mettiamo la spilletta.
Pensando di frequentare un banale e normale convegno (visto che eravamo in 60/70 ostetriche sedute tutte in una stanzetta) iniziamo molto scialle del tipo “sarà il solito convegno, farò du disegnini sul block notes…” Io ero già stata avvertita di come fosse il docente e speravo che non parlasse troppo arabo o aramaico. Inizia e devo dire che mi son sentita catapultata alle lezioni di chimica organica e di biochimica quando frequentavo biologia molecolare anche se le mie memorie a cercare di ricordarmi qualche formula hanno faticato molto e non c’è stata trippa per gatti… ho rimosso formule complesse, cis trans legami, acidi, mi ricordo l’anello benzene e qualche nome a random. Ma la voglia di riaprire i libri di chimica organica c’è tutta! o di genetica!
Comunque, il docente, Francesco di Pierro, è stato molto clemente con noi e ha mantenuto un ritmo sostenibile e un vocabolario molto “ad usum delphini” ovvero che noi potevamo capire anche se magari qualcosa a qualcuna sarà sfuggita e qualcosa dovrò spolverare per comprendere meglio e citologia la dovrò riprendere in mano come anche un po’ di chimica. Ci ha spiegato come mai i fitoterapici possono avere una funzione ma anche non funzionare a pieno e perchè in questo caso la biofarmaceutica (in parole povere la manipolazione farmacologica delle molecole dei principi attivi vegetali) aiuta molto nell’assimilare i principi vegetali.
Le piante producono i principi attivi per difendersi, l’uomo mangia le piante, l’uomo deve difendersi dai principi attivi delle piante quindi ha creato i citocromi, quindi è quasi immune ai principi attivi delle piante perchè li elimina. Quindi i principi attivi delle piante anche se in laboratorio sono super fichi e hanno un sacco di bei successi su una piastra petri sull’anti invecchiamento o su una cellula con un tumore o su un batterio, non vengono assimilati dall’uomo perchè naturalmente li elimina. Quindi ecco che la biofarmaceutica entra in gioco per far si di “intortare” il nostro sistema e far assimilare le sostanze studiando bene il nostro corpo e le sostanze specifiche e quindi riuscendo a farle diventare quindi attive.
Il giorno dopo è toccato al dottor Pizzinini che è diabetologo nutrizionista e ci ha spiegato l’alimentazione (e credo che tutte ci s’aveva tipo il respiro tagliato e la pancia ritratta a mo di “guardi che non ho la panza, son proprio magra e mangio benissimo io”). Ha parlato di australopitechi, di scimmie, di evoluzione e di come un tempo si mangiava e di come si è evoluta la specie e di come è nato il nostro intestino/stomaco e quindi una teoria su cosa saremmo abituati a mangiare che non è che si sia poi riadattata molto a come si sono modificate le nostre abitudini alimentari.
Ad esempio durante il periodo estivo con tutti i frutti maturi gli omini delle caverne raccoglievano i frutti e ne facevano grande scorta gnam gnam mangiandone per accumulare grassi che poi gli servivano per l’inverno. Quindi per questo il fruttosio è diventato uno zucchero che facilmente si trasforma in grasso. Diversamente la stessa quantità calorica di carboidrato integrale non diventa subito grasso (tipo 50 gr di pasta integrale) ma percorrono un altro percorso nelle riserve.
Oppure del perchè in teoria non si dovrebbe esagerare con i carboidrati dopo una certa ora pomeridiana… … si… lo so a cosa state pensando… ne riparleremo in un altro momento.
Comunque, idee e suggerimenti per aiutare donne con problemi di salute che vanno supportate alimentarmente e che biologicamente non fanno una piega.
Ma la cosa più bella è stato conoscere tanti volti che avevo solo percepito su facebook e delle associate nuove.
La sera abbiamo dormito in 3 in camera d’albergo con Sara e Eleonora. Dopo cena son passata dalla nostra stanza altre 3 colleghe e abbiamo riso un sacco tra coppette e assorbenti lavabili e tanti raccontini piccanti che tipo a mezzanotte passata quelle della stanza accanto ci hanno battuto sul muro.
non vedo l’ora che passi un mese rapidamente per rincontrarle e ri allacciare le amicizie! e ovviamente per imparare cose nuove!
ora posso curare ancora meglio la cistite, la sindrome dell’ovaio policistico, sostenere le donne con l’alimentazione e durante la gravidanza con diabete gestazionale, emorroidi e problemi circolatori… e sicuramente mi son dimenticata qualcosa nell’elenco tante cose ci hanno detto….