La calendula (Calendula officinalis) si trova nei giardini europeri e statunitensi da millenni dove fiorisce per tutto l’anno e come dice il suo nome che deriva da “calendae”, a significare che come la luna i suoi fiori fioriscono ad ogni mese.
La calendula ha ottime proprietà curative, sia internamente che esternamente, ad esempio un infuso può curare problemi di fegato e coliciste, regolarizzare il ciclo ormonale e può coadiuvare la cura farmacologica dell’ipertensione, invece come oleolito, pomata o tintura madre può essere usato per curare dermatiti, infezioni, piccole cicatrici, arrossamenti, vaginosi, ecc.
I fiori della calendula vengono anche usati per tingere, era definita lo “zafferano dei poveri” proprio perchè tinge con la stessa tonalità dello zafferano ma molto più economica.
La calendula ha delle proprietà antiinfiammatorie, antisettiche, cicatrizzanti (ovvero favorisce la formazione del tessuto di granulazione che aiuta la crescita di nuovo tessuto), è rinfrescante, emolliente e dermofunzionale. Queste proprietà la rendono quindi efficace nella cura delle dermatiti, degli eczemi, acne, ulcere, ferite, contusioni, di lievi micosi o infezioni, punture di insetti o di meduse, gastriti con ulcere, lievi ustioni, congiuntiviti, cheratiti erpetiche, paraodontopatie o gengiviti, mal di gola, ecc.
La calendula si può usare sotto varie forme:
– tisane e decotti direttamente dai fiori essiccati o freschi,
– olio essenziale
– la tintura madre
– o creme che contengono l’olio essenziale o la tintura madre.
La calendula può essere usata sia internamente con le tisane, decotti o diluizioni della tintura madre, o esternamente con creme e unguenti.
L’uso interno di bevande a base di tintura madre richiede attenzione perchè ci potrebbero essere degli effetti collaterali come l’emolisi, cioè rottura della membrana dei globuli rossi quando si ha intenzione di fare una cura per un tempo prolungato andrebbe fatto sotto il controllo del medico. Viene consigliato l’uso interno come medicinale adiuvante la cura delle gastriti con ulcere.
Per l’uso esterno come accennato prima si possono prendere creme specifiche che la compongono oppure creare delle lavande o unguenti usando la tintura madre, l’olio essenziale che va diluito in un olio vegetale come l’olio di oliva extravergine d’oliva, l’olio di mandorle o un altro olio, oppure un decotto o un infuso.
Per aumentare o ampliare l’effetto si può anche mescolare con altri fitofarmaci come con l’argilla verde o altri olii essenziali o tinture madri.
La tintura madre è una preparazione speciale che raccoglie i principi attivi in una soluzione alcolica e quindi si deve prestare attenzione al suo uso perchè potrebbe irritare direttamente sulla pelle o sulle mucose. E’ quasi potente come l’olio essenziale non sempre è possibile usarla puro quindi va diluita in acqua. Ad esempio può essere usato pura per disinfettare piccole ferite vista anche la componente alcolica (ricordarsi che brucia!), suture come quelle vaginali anche se è consigliato diluirla in acqua per evitare bruciore e il moncone del cordone ombelicale dei neonati, ecc.
Diluita può essere usato come lozione o per fare delle lavande vaginali in caso di vaginosi o micosi. Le diluizioni possono essere le più varie in base all’infezione o alla propria sensibilità, alcuni consigliano una concentrazione di 1 cucchiaino di Tintura Madre di calendula in 10 cucchiai di acqua o 2 cucchiaini di tintura madre di calendula in 10 cucchiai di acqua.
Si deve stare attenti perchè quanto è più concentrata più l’alcol presente può bruciare la pelle o creare un bruciore momentaneo.
Per geloni e scottature si può applicare una garza imbevuta in una soluzione creata mescolando un cucchiaino di tintura madre e due cucchiai di acqua o l’infuso con un cucchiaino di fiori secchi in una tazza di acqua.
Per gengiviti e mal di gola fare degli sciacqui con un cucchiaio di tintura madre di calendula diluito in un bicchiere di acqua. Fare spennellature sulla zona affetta, ad esempio placche o zone irritate, con la tintura madre di calendula pura.
Per gli eczemi, piaghe, dermatosi lavare la zona interessata con 25 gocce di tintura madre diluite in un bicchiere di acqua.
Per far da sé l’oleolito, diverso dall’olio essenziale perchè contenente sostanze diverse e molto meno potente, di calendula usando i fiori secchi che vengono immersi e lasciati a riposo in un olio vegetale. Si possono prendere 100 gr di fiori secchi per 1 litro di olio che può essere di oliva, meglio se extravergine oppure di mandorle, di sesamo o di riso. In aggiunta si può aggiungere qualche goccia di olio essenziale di calendula per aumentare il potere curativo e come conservante visto che gli olii essenziali hanno proprietà antibiotiche e quindi conservanti. Si può fare anche una quantità inferiore di oliolito mantenendo le proporzioni, ad esempio 50 gr di fiori secchi e mezzo litro di olio.
Si prende un contenitore di vetro che possa esser contenere i fiori e l’olio, si mettono prima i fiori e poi l’olio, si deve fare attenzione a che tutti i fiori siano immersi, aiutarsi casomai con un utensile per premere bene i fiori. I fiori devono macerare per un mese dentro l’olio, se possibile mettere il vaso per qualche ora al sole oppure vicino a una fonte di calore, non troppo calda, per permettere alle sostanze oleose di sciogliersi nell’olio. Questo se i fiori sono secchi. Se i fiori sono freschi il barattolo deve restare aperto ma coperto da una garza per permettere all’acqua contenuta nei fiori di evaporare. Il barattolo poi deve riposare al buio e il suo contenuto deve essere rimestato ogni 2-3 giorni.
Una volta trascorso un mese filtrare l’olio usando un panno di cotone come le garze che si trovano in farmacia. Alla fine spremere bene il tessuto che contiene i fiori per raccogliere più olio possibile. Conservare l’olio in una bottiglia scura o meglio in frigo. Se si aggiungono 1,5 ml di vitamina E (quella senza l’acetato) o come accennato prima degli olii essenziali l’oleolito si conserverà meglio mantenendo meglio i principi attivi. L’oliolito si può usare direttamente sopra le irritazioni o ferite oppure usare per creare creme o unguenti.
Ecco qualche ricetta per creme e unguenti casalinghi
– Lozione da applicare sulla pelle per eritemi, eczemi, ecc
Creare una lozione mescolando insieme 1 cucchiaio di oliolito o e 3 cucchiai di acqua.
– Crema alla calendula
Prendere circa 30 ml di crema base idratante e aggiungere un cucchiaio di oleolito (o 10 gocce di olio essenziale) e mescolare ed è pronta all’uso. Utile per ridurre i calli, per eritemi, eczemi, contusioni, pelli arrossate come quelle dei neonati per l’uso del pannolino, ecc
– Olio alla calendula
Prendere 50 ml di olio di mandorle o di olio di oliva extravergine ed aggiungere un cucchiaio di oleolito di calendula. Usare come la crema, molto buona da applicare dopo una doccia
– Impacchi con l’argilla verde
In un recipiente di vetro o ceramica mescolare un cucchiaio di argilla verde ventilata e un po’ di acqua fino a ottenere un impasto cremoso denso, aggiungere quindi un cucchiaino di oleolito di calendula o qualche goccia di olio essenziale o tintura madre. Utile per le maschere per eliminare i brufoli o punti neri, impacchi per micosi come candida vaginale
Per quanto riguarda le infezioni vaginali si possono fare delle lavande con diluizioni di tintura madre di calendula in base alla sensibilità della zona oppure con un infuso.
Con l’oliolito puro si può massaggiare la vulva, si possono usare degli ovuli a base di calendula che si trovare in farmacia.
In caso di infiammazione vaginale con prurito, bruciore o ragadi si può creare un unguento unendo un cucchiaino di olio di iperico e 3-5 gocce di olio essenziale di calendula o di oleolito. Ripetere il trattamento 3-5 volte al giorno durante le fasi acute dell’infezione o dell’infiammazione. Si possono anche fare degli impacchi con l’argilla verde ventilata: 5 cucchiaini di argilla, acqua quanto serve per creare un impasto cremoso e un cucchiaio di oliolito. Da ripetere due volte al giorno. Si possono anche fare delle lavande interne, aggiungendo all’acqua ottenuta lasciando riposare l’argilla per tutta la notte 10 gocce per litro d’acqua di tintura madre o lasciando in infusione i fiori freschi assieme all’argilla.
Fonti: “Fitoterapia” di Fabio Firenzuoli
“Enciclopedia della Fitoterapia” di Riza
“Cura delle malattie con Piante e Aromi” di Jean Valnet