Avevo già scritto un post sulla episiotomia ma non si finisce mai di scrivere.
Cercando online cosa si trovasse son rimasta un po’ agghiacciata. Ho cercato “evitare episiotomia”
Molti articoli parlano di “piccoli taglietti” “non è un dramma” e c’è anche chi ha scritto che significa “protezione del perineo”, ma nella norma sembra che la routine ospedaliera si propaghi anche negli articoli anche se dicono che sarebbe meglio da evitare.
Episiotomia: dal gr. Epíseion “regione pubica” e -tomia “taglio”, in sostanza taglio del perineo. Tagliare uno strato di pelle fuori, mucosa dentro, e muscolo non lo definirei proprio un “taglietto”!
Sembra quasi che questi articoli vogliano giustificare la pratica comune di macellare le vagine.
Da SaperiDoc:
In Italia non vengono prodotte elaborazioni su scala nazionale e gli unici dati di cui disponiamo sono contenuti nella Indagine conoscitiva sul percorso nascita 2002, realizzata dall’Istituto superiore di sanità (ISS) in collaborazione con 60 aziende sanitarie locali di 15 regioni e province autonome [6]. In questa indagine la popolazione in studio era composta da campioni rappresentativi di donne che avevano partorito nel 2001 e in cui sono stati somministrati 7640 questionari con un tasso di rispondenza di 87%. Questa indagine campionaria ha fornito una stima di interventi di episiotomia nei parti spontanei (non comprensiva quindi dei casi di impiego di ventosa o forcipe) di 60.4% al Nord, di 66.1% al Centro (odds ratio OR 1.28; 95% IC 1.09-1.50) e di 79.0% al Sud (OR 2.47; 95% IC 2.05-2.98; centro e sud confrontati rispetto al Nord).
Molti dicono che meglio un taglio netto di una lacerazione spontanea, peccato che di meglio l’episiotomia ha solo il vantaggio di essere più facile da cucire per l’operatore, ma la donna guarisce meglio da una lacerazione spontanea che non provocata. Non sto parlando di lacerazioni che possano arrivare in malo modo all’ano, o che magari uno non le sappia ricucire e quindi la donna resti con una brutta cicatrice ingombrante.
Purtroppo siamo in una nazione dove quelli da evitare sono quelli che prendono in mano le forbici per tagliare, quindi noi ostetriche stesse, raramente un ginecologo assiste un parto e se lo assiste è perché è diventato patologico. E se è il ginecologo a dire “Taglia!” guardando da sopra e pensando alla rostinciana, è sempre l’ostetrica che prende in mano le forbici. Inutile che al leggere questa mia affermazione qualche medico si alzi in piedi e urli “blasfema!”. Purtroppo ero studentessa e non ho avuto le palle per dire “NO, questo perineo mi sembra elasticissimo e non lo taglio”. Non sempre l’ambiente per studentesse è così roseo, in quel momento mi mancavano 10 parti da assistere (avendone già assistiti 30 quasi tutti in autonomia con la mia ostetrica che guardava a fianco a me) e le ostetriche cui chiedevo mi dicevano “coscenziosamente dovresti chiedere a quelle più esperte”, e poi se c’era da andare a prendere un referto additavano “o tu o l’OSS scegliete chi va”. Non sempre sono ambienti facili dove una può rivoltarsi contro tutti.
Quindi, come evitare di arrivare ad essere inermi di fronte a queste dannate forbici?
Ovvio che se c’è una urgenza vera dove il bambino non sta bene e deve nascere più velocemente possibile, mi spiace ma credo che sia necessario mettere in pratica tutte le medicalizzazioni possibili, in ordine di invasione crescente. L’OMS raccomanda che le episiotomie debbano stare in un range tra il 5 e il 10% di tutti i parti vaginali, e che i tagli cesarei non superino il 10-15%.
Quindi i parti vaginali dove non è richiesto alcun tipo di taglio dovrebbero oscillare tra l’85 e il 75%.
Ciò non toglie che chi assiste la donna, ostetrica e/o ginecologo, comunichino con la donna quello che stanno per fare del tipo “guarda, ci preoccupa il battito del tuo bambino e siccome vediamo che sei ancora un po’ tesa e non prevediamo che il periodo espulsivo terminerà a breve, pensiamo che una episiotomia (o taglio, magari in quel momento si usano le parole più semplici) possa aiutare tu e il tuo bambino”. Comunicare…non sarebbe difficile, no?
Tra gli articoli che ho trovato su come evitare questo “taglietto”, come lo chiamano quasi tutti, il migliore è quello di WikiHow, e qua ho trovato che i principali suggerimenti rispondono al mio quesito sovrastante: come evitare un taglio inutile.
Qua vi elenco i punti che prendono loro in considerazione tenendo conto che è una traduzione dall’inglese, magari li sposto e li commento con i miei pensieri!
- Fatti seguire da una ostetrica libera professionista, per il corso preparto/accompagnamento alla nascita, per l’assistenza ala gravidanza, per l’assistenza al travaglio in ospedale o a domicilio, oppure scegli di partorire in una casa da parto. L’ostetrica ti potrà dare le informazioni necessarie, aiutare durante il travaglio e come sappiamo dagli studi, l’assistenza one-to-one, ovvero continuativa dalla gravidanza al parto fino all’allattamento, riduce i rischi che qualcosa possa andare storto.
- Loro dicono se proprio non vuoi l’ostetrica trova almeno un ginecologo di fiducia che ti ascolti e ti stia vicina, solo che in Italia raramente si vede un ginecologo che arriva in sala parto alle 2 di notte e sta tutto il tempo con la donna che segue.
- Fatti seguire da una doula. Ora negli Stati Uniti il ruolo delle ostetriche e delle doule è diverso rispetto a quello in Italia, già è difficile per una ostetrica libera professionista farsi accettare come terzo “incomodo” nelle sale parto, figuriamoci una figura come quella della doula che è detestata da quasi tutti i collegi italiani. Se scegli una ostetrica e/o una doula, accertati che l’ospedale che scegli le accetti in sala parto.
- Pensa al parto in acqua! Ovviamente questa posizione subacquea ti tiene sicuramente lontana dalle forbici, ma soprattutto migliora la percezione del dolore e la distensione dei tessuti grazie al caldo e allo stare proprio meglio una volta immerse.
- I due punti successivi puntano sulla salute in gravidanza, se stai in forma e in salute avrai più probabilmente un parto sano. Tenersi attive con ginnastica farà arrivare al parto con più muscoli e resistenza, quindi fai movimento!
Purtroppo non sempre le due cose sono collegate, nel senso che una donna può essere in perfetta salute così come il bambino ma durante il travaglio non si sa cosa può accadere, cordone troppo corto? Compressioni? Mal posizioni che non aiutano? Ma rientrano in quel 5-10% che purtroppo non sono molto prevedibili da poter evitare.
- imparare i massaggi con il Rebozo può aiutare ad avere un parto meno doloroso e se ci sono mal posizioni del bambino o lo si deve aiutare a trovare la giusta direzione, se l’ostetrica è brava scegliendo il massaggio giusto, allora potrà aiutare anche il bambino
- Allenare il proprio pavimento pelvico, sia per la tonicità ma soprattutto per la elasticità! Ci sono esercizi di Kegel, palline vaginali coi pesetti o quelle super moderne che si connettono al cell e vi guidano, ma ci sono anche ostetriche, fisioterapiste, ginecologhe che hanno fatto una formazione specifica e vi possono aiutare al meglio a preparare il vostro pavimento pelvico!
- Molti suggeriscono il massaggio perineale, magari più avanti dedico un articolo solo per quello. Quello che vi dico ora è che non servono oli particolari per farlo, potete anche usare l’olio di oliva che usate per cucinare.
- Se hai vecchie cicatrici allora prenditene cura, non solo durante la gravidanza ma sempre! Ci sono creme apposta, come all’olio di iperico, alla calendula, alla lavanda, alla rosa canina… Il massaggio può aiutare a migliorare le aderenze se si sono create, l’elasticità del tessuto cicatriziale e anche la confidenza con il tuo corpo che è sempre molto importante. La TENS può essere un ottimo strumento, ma fatti seguire da professionisti qualificati.
- Arrivati in sala parto ricordati di dire a chi ti sta assistendo che proprio non lo vuoi quel “taglietto”, ricordalo anche al tuo partner e di sicuro se hai con te una ostetrica libera professionista sarà una cosa cui penserà lei di ricordare a tutti.
Cercare di evitare di rallentare il travaglio, quindi sarebbe meglio no all’epidurale che di per sé aumenta i rischi di un parto operativo, fai un parto attivo (muovendoti e cambiando posizione, seguendo quello che ti dice il tuo corpo e il tuo bambino) e usa le tecniche “naturali” per combattere il dolore. (si, ho capito… scriverò anche su questo!)
- Sii la protagonista del tuo parto! Solo tu sai in quale posizione stai meglio, più comoda e meno dolorante. Solo tu sai quando è il caso di spingere e quando di fermarti per il troppo dolore, anche se a volte la donna sente un forte e incontrollabile bisogno di spingere che nemmeno l’ostetrica più cauta riesce a contenere, e spesso in questi casi ci possono essere lacerazioni spontanee non proprio leggere. Se riesci ad assecondare le contrazioni, il tuo respiro, potrebbe anche non esserci il bisogno di spingere forzando con gli addominali, in questo modo le lacerazioni sono meno frequenti perché il perineo ha tempo di distendersi.
Purtroppo non sempre il proprio parto va secondo quello che una si aspetta, potrebbero esserci complicazioni (abbiamo visto che episiotomia+taglio cesareo, se si rispetta il parto naturale, incorrerebbero tra il 15 e il 25%), e potremmo trovare personale davvero antipatico che visto che sappiamo, che vogliamo scegliere, che ci sentiamo sicure di noi stesse, ci prendono per matte, si credono superiori e capita quindi che ci possano trattare anche peggio. Non dico che sia giusto o così che debba andare, ma non posso negare che la realtà in molte sale parto sia ancora così. E sono piena di testimonianze di mie mamme o di mie colleghe le cui mamme hanno trovato una muraglia davanti a loro, parole cattive e spesso anche insulti sottointesi. Spero che prima o poi le isole felici si moltiplichino, nel frattempo armatevi di empowerment, pazienza e perchè no, visitate gli ospedali dove vi sentireste più al sicuro!