Come pulire e sterilizzare la coppetta mestruale

Una domanda ricorrente è proprio come pulire e disinfettare/sterilizzare la coppetta.
Uno dei timori più grandi che ogni tanto spuntano come funghi, spesso pompati da medici, è quello che la coppetta sia un ricettacolo di batteri e che promuova le infezioni vaginali.
Per capire meglio credo che si debba conoscere un po’ la fisiologia della vagina, ovvero cosa succede normalmente e cosa può succedere se si usa la coppetta o anche un assorbente interno usa e getta.

Intanto una premessa sui vari termini perchè spesso si confondono molto. Nel titolo ho scritto la parola sterilizzare ma vi dico già che è sbagliata. Sterilizzare significa eliminare qualsiasi essere vivente da un oggetto, quindi o siamo in un ambiente protetto tipo una sala operatoria e armeggiamo con guanti sterili o questa procedura è completamente inutile per una coppetta che viene bollita in un pentolino non sterile, presa poi con le mani non sterili e inserita in un sacchettino non sterile.
“Non sterile” non significa sporco o pieno di batteri, ma solo che la sua carica batterica è presente. Ad esempio, anche quando ci laviamo bene le mani sulla pelle restano tantissimi batteri che fanno parte della nostra flora e sono buoni per dire, ma ci sono e quindi non possiamo dirci sterili.
Disinfezione è infece il termine che fa più al caso della coppetta. Per disinfezione si intende la riduzione della maggior parte dei microorganismi presenti su una superficie, diciamo che questa si occupa di più di quei microorganismi patogeni. Quindi disinfettare la coppetta a fine ciclo aiuta a eliminare se presenti batteri che potrebbero essere patogeni.

La flora batterica della vagina è un universo a se stante.
La flora vaginale ha un nome preciso, si chiama flora di Döderlain e ha il compito di proteggere la vagina così come altri batteri proteggono la mucosa buccale o l’intestino.
La flora di Döderlain, composta principalmente da batteri Lactobacillus acidophilus, protegge la mucosa vaginale creando un pH acido e poco ospitale, mangiando le varie risorse e siccome sono in tantissimi finiscono tutto non lasciando materie prime per i batteri patogeni, creano una specie di film che non fa aderire i batteri patogeni. I batteri acidofili sono presenti nell’ordine di 1.000.000-1.000.000.000.
Oltre ai batteri simbionti (ovvero che si trae vantaggio entrambi, come gli acidofili) ci sono dei batteri che ci sono, si nutrono ma non ci fanno nulla (saprofiti), nè benefici nè cattiverie, infine i batteri o funghi che invece diventano dei parassiti quando gli equilibri si modificano. Questi sono presenti nel 2-40% delle donne, e sono composti da streptococco, enterococco, enterobatteri, batteri anerobi, gardnerella, candida e mycoplasma, presenti in concentrazione di circa 10.000 batteri per grammo di secrezione. E ci sono dei batteri anche più rari, presenti nel 0.2-2% delle donne e costituito da pneumococchi, meningococco ed hemophilus influenzae.

Tutti questi batteri diversi dagli acidofili che possono diventare patogeni se cambiano gli equilibri, normalmente non creano infezioni e la donna è sana.
La candida ad esempio, oltre a essere presente nelle feci (ano/retto) è sempre presente in vagina ma non tanto quanto da scatenare una candidosi. Se un giorno la flora di Döderlain non riuscisse a difendere più la mucosa vaginale perchè magari ridotta a causa dell’uso di un antibiotico, o se ci fosse un abbassamento delle difese immunitarie, allora uno di questi batteri che ospitiamo potrebbe diventare cattivo, patogeno. Altre cose che possono ridurre l’equilibrio sono un aumento delle sostanze prime (ad esempio se si modifica l’alimentazione aumentando il consumo di zuccheri semplici e a orari non consoni), l’uso di detergenti intimi che siano lesivi verso la flora vaginale o la frequenza dei bidet troppo elevata, l’uso di lavande interne senza un reale motivo (ad esempio per sentirsi più pulite o dopo le mestruazioni), indumenti sintetici o stretti che non facciano respirare bene, biancheria intima dove son rimaste tracce di detersivo per i panni, una disbiosi intestinale (diarrea, influenza intestinale, ecc)…

Le più comuni vulvovaginosi non dipendono dunque da una coppetta ma da un delicato equilibrio che dobbiamo proteggere con una buona prevenzione (evitando un po’ le cose che ho scritto sopra).
Tra le infezioni vaginali ci sono anche le MTS (malattie sessualmente trasmissibili ma non stiamo a parlare di gonorrea, tricomoniasi, o leu, quelle rientrerebbero nel capitolo infezioni che si trasmettono proprio con il sesso o l’uso di dispositivi infetti, dove facciamo rientrare anche gardnerella, clamidia, candida). Ma per questi basta un solo contatto con una persona o oggetto infetto e di solito non è una coppetta.

Ricapitolando, una comune infezione vaginale si presenta quando l’equilibrio difese+flora vaginale non c’è più.

Quindi nella norma la coppetta basterebbe giusto lavarla accuratamente con acqua e sapone (come per i sex toys). La maggior parte dei batteri autoctoni della vagina dopo pochi di giorni (molti dopo poche ore) senza avere cibo e un ambiente umido muoiono, la coppetta di silicone non offre un gran bel habitat in questo senso.
Ad esempio l’escherichia coli non resiste nemmeno 1 ora su una tazzina, figuriamoci una coppetta che viene lavata con sapone.

Quindi per normale igiene della coppetta -in assenza di una infezione vaginale- è sufficiente lavarla con un detergente delicato e 5 minuti di bollitura, giusto per restare più tranquille visto che la coppetta viene usata quando è presente sangue.

la Rubycup, la Lilycup e la Meluna soft mini

La coppetta può essere bollita per 5 minuti in abbondante acqua o messa in microonde per 6-7 minuti a massima potenza (si calcola qualche minuto in più perchè è il tempo che serve per portare a ebollizione l’acqua). In alternativa se si ha a casa si possono usare anche quegli apparecchi per sterilizzare con vapore, sia esterni che da microonde.

la Fleurcup

Non è necessario che la coppetta sia completamente sommersa, non lo sarà mai a meno che non si metta un pesetto sopra, ma comunque non è essenziale.
Si potrebbero usare anche quei saponi disinfettanti, in vendita nei negozi che vendono biberon o nei siti che vendono coppette, preparare il tutto e lasciare in ammollo come indicato dal prodotto.

E in caso di vaginosi e/o candidosi?

Per una disinfezione di alto grado, solo in caso di infezioni o che la coppetta sia finita dentro un gabinetto o in posti remoti e oscuri si può sterilizzare con acqua e disinfettanti a base di ipoclorito di sodio o altri sporicidi, ad esempio i prodotti per la disinfezione dei prodotti per la alimentazione dei neonati o l’amuchina o candeggina se non si ha altro e solo in caso di effettivo bisogno.

Diversi studi sulle protesi dentarie hanno evidenziato come possa funzionare bene anche una “cottura” in microonde. Una cottura in microonde a 650 W e 690 W per quattro e sei minuti non hanno mostrato crescita microbica. (qua lo studio).

Riguardo alle soluzioni con ipoclorito di sodio, qua uno studio che evidenzia come questo rispetto a un normale detergente o altre soluzioni, elimini completamente le colonie di candida dai dispositivi orali. (qua lo studio).

Per i prodotti specifici per la disinfezione che riportino azione sporicida, seguire le indicazioni sulla confezione.

Per ipoclotito di sodio. Serve che la soluzione abbia circa lo 0,1% di cloro attivo. Una candeggina normale va dai 2 ai 5% di cloro attivo. Quindi in un bicchiere di acqua (circa 200-250 ml) ci andrà una diluizione di 1 a 20, ovvero per 200 ml di acqua circa 10 ml di candeggina commerciale che equivale a un cucchiaio da minestra.

una vecchia Mooncup e la Iriscup

Da stare attenti a sciacquare bene dopo perchè la presenza di saponi/sterilizzanti in vagina potrebbe causare irritazioni e squilibrio della flora vaginale. Oltre a una prolungata detersione dopo, potrebbe essere utile una bollitura per andare a eliminare i residui del disinfettante usato.

Che contenitori usare?

c’è chi sceglie di dedicare un pentolino solo per la coppetta e altre che usano un pentolino che usano abitualmente per cucinare.
Per il microonde vale lo stesso principio, potete dedicare una tazza o un bicchiere che possa andare nel microonde.

Durante le mestruazioni

Durante le mestruazioni si consiglia di sciacquarla solo con acqua o se non è possibile anche senza sciacquare, la cosa importante è che le mani siano pulite!! Anche quando si fa solo pipì e ci si asciuga con la carta. Ci son più batteri patogeni in quello che tocchiamo che nella vagina!

In caso di infezione

La pulizia della coppetta quando è stata usata durante una infezione va un po’ modificata. Ad esempio per una infezione batterica il cui batterio non fa spore (si anche alcuni batteri fanno spore) basterà una bella bollitura di mezz’ora. Se invece c’era la candida allora servirà uno sporicida, e la cosa più semplice e efficace è l’ipoclorito di sodio, la normale candeggina/amuchina (1 cucchiaino di candeggina o 2-3 di amuchina in un bicchiere di acqua per mezz’ora). Con una bollitura di 15 minuti a 95° non vengono eliminate tutte le candide presenti anche se buona parte di esse (qua lo studio).

Un’altra infezione che viene imputata all’uso della coppetta è la cistite. Questa spesso è causata da Escherichia coli (presente nell’intestino e nelle feci). Però di solito l’infezione arriva alla vescica passando dall’intestino e non attraverso le feci esternamente. Diversamente se è una cistite meccanica allora potrebbe essere causata da una coppetta con una forma non adeguata, ma non per una causa batterica dovuta alla coppetta.
Le donne che soffrono di cistiti recidive dovrebbero valutare varie terapie per eliminare la cistite in intestino/vescica o bere di più o scoprire la causa.
La coppetta potrebbe raramentecausare cistite, di solito quando se ne sceglie una troppo grande o rigidia che comprime l’uretra, quindi causerebbe una cistite meccanica ostacolando una buona fuoriuscita dell’urina, come può capitare anche con i rapporti sessuali. La donna lo può intuire subito questo, con il primo utilizzo della coppetta, e per risolvere basta cambiare modello di coppetta.

Sulle infezioni e coppette mestruali ci sono stati pochi studi.
Ecco uno studio sulla coppetta softcup e la correlazione tra infezioni. In 3 mesi di studio il tasso di infezioni vaginali non ha risentito del’uso della coppetta
Preclinical, clinical, and over-the-counter postmarketing experience with a new vaginal cup: menstrual collection

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Psicologa Cecilia Autelli

Mi chiamo Cecilia Autelli e sono una psicologa. Inoltre, sono iscritta al terzo anno della scuola di psicoterapia a indirizzo cognitivo-neuropsicologico. Nella mia pratica clinica

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