Imenoplastica: si può tornare vergini?

Ma posso tornare vergine? 

No, perché il concetto di verginità è un costrutto sociale e non esiste realmente la verginità come un concetto fisico del corpo. Non è che mi rompa un osso e poi possa rimetterlo insieme; la verginità non esiste. Partiamo dal comprendere che cos’è l’imene.

Imenoplastica: intervento all’imene sia di chiusura che di apertura nel caso di chiusura totale o parziale
Chirurgia estetica vulvare: interventi post traumi come ferite o lacerazione e episiotomie post parto
Vulvoplastica: intervento di affermazione di genere che crea una neo vulva
Vaginoplastica intervento di affermazione di genere che crea una neo vagina

Com’è fatto l’imene

L’imene viene descritto come una membrana, ma se penso a una membrana, mi immagino qualcosa che copre completamente. Le parole “rompere l’imene” e “rottura” mi fanno pensare a questa membrana che si spacca, ma l’imene non è così. Dobbiamo quindi comprendere come funziona e vedere come è fatto.

Gli imeni possono presentarsi in varie forme; sono dei lembetti che vanno a chiudere l’ingresso. La chiusura dipende quindi da quanto si chiude l’entrata vaginale. L’entrata vaginale si può aprire, e quindi l’imene si apre, o può chiudere quando non serve. In questo modo, l’imene si aprirà tanto quanto serve per far uscire una secrezione vaginale, il sangue mestruale o per far entrare dita, peni e sex toys, quindi è elastico e non si rompe.

Alcunu di voi penseranno: “ma allora, con le prime penetrazioni, perché mi è uscito sangue?”

L’imene è comunque una mucosa. Se manca elasticità e io vado ad aprire rapidamente, funziona un po’ come le labbra: quando ho le labbra secche e sorrido, si crepano e da queste crepe esce un po’ di sangue. In base a quanto è grande il vaso che si rompe, uscirà più o meno sangue a seconda della forma dell’imene. In alcuni pochi casi, un lembo può attraversare tutto l’ingresso e quindi si può rompere quel pezzetto, ma non è così irrorato da giustificare ingenti perdite di sangue; quelle possono provenire più da vasi lungo l’entrata della vagina.

Ci possono essere anche imeni molto chiusi che sono microperforati e molto rigidi; questi richiedono un intervento chirurgico per poter diventare accoglienti e potersi aprire. In questi casi, nessun pene potrà mai riuscire a creare spazio o a rompere questo sigillo.

Nella prossima immagine vedrai un imene quasi tutto coperto dalla membrana e solo un piccolo forellino in alto (lo vedi che si notano delle secrezioni bianco latte e lucide) da dove non passa nemmeno il cottonfiocco. In questo caso non si può pensare che un pene riesca a “rompere questo sigillo” ma serve un intervento chirurgico. Quando una persona non riesce ad avere una penetrazione andrebbe visitata e osservata attentamente: come stanno le mucose? sono irritate come questa della foto? prova bruciore se passo il cottonfiocco? riesco a vedere bene l’imene? l’imene permette il passaggio di un dito?

Alcune vulve possono essere un po’ aperte e si chiama beanza vulvare. Ciò può capitare dopo un parto vaginale, ma anche in base a come sta il pavimento pelvico. Non è quindi il parto ma come i muscoli che stanno ai lati della vagina la chiudono e la aprono, in base alla loro elasticità. Anche se le beanze più importanti le notiamo nelle persone che hanno partorito o inseriscono in vagina grossi diametri come una mano chiusa a pugno o oggetti più grandi unito a una mancanza di tonicità ed elasticità muscolare.

Possiamo vedere imeni molto aperti, come in queste foto; si nota proprio un’apertura dovuta a una cattiva tenuta dei muscoli.

Quelle che vengono definite “caruncole imenali” non sono altro che lembi dell’imene molto distanti da loro perchè l’entrata della vagina è molto aperta. Ma se andiamo a premere da fuori mimando l’azione dei muscoli noteremmo come questi lembi (caruncole) si uniscono e riformano l’imene.

Tuttavia, con la rieducazione pelvica, la benza vulvare si può richiudere, come dimostrano queste foto della stessa persona che ha fatto un percorso di rieducazione pelvica.

Alla prima visita si notano le mucose atrofiche e arrossate, una beanza vulvare e imenale importante e si possono anche vedere i prolassi della uretra e del retto
Dopo 3 mesi di rieducazione pelvica (3 incontri) e cura microbiota si notano le mucose più trofiche e rosee, la beanza vuvlare ridotta così come i prolassi e l'imene meno aperto

Pertanto, se la persona sta considerando un intervento di “riverginizzazone” o di ringiovanimento, suggerirei di intraprendere un programma di rieducazione del pavimento pelvico, il quale favorisce il recupero dei tessuti, migliorando la loro elasticità e contribuendo alla chiusura dell’ingresso vaginale.

Alcuni segnali di una vulva che presenta un’apertura anomala, definita appunto beante, possono includere l’ingresso di acqua durante il bagno in mare o in piscina, o la fuoriuscita di aria durante l’attività fisica, indicatori che potrebbero segnalare una disfunzione pelvica. Diversamente, la presenza di aria durante un rapporto intimo può essere considerata normale, poiché essa può essere provocata dall’introduzione di dita, pene o dispositivi che spingono l’aria internamente. Un altro potenziale segnale di malfunzionamento è l’uscita rapida dello sperma dopo un’eiaculazione in vagina, ad esempio quando ci si alza in piedi e si verifica una fuoriuscita immediata. In condizioni normali, lo sperma dovrebbe rimanere nella vagina e fuoriuscire gradualmente.

Nei libri di medicina si trova scritto che l’imene si rompe con la prima penetrazione e finisce di rompersi, ad esempio dopo il parto, e si formano anche queste “caruncole imenali” come citato prima.

Gli studi scientifici hanno ormai dimostrato che non si può dire se un imene sia stato o meno attraversato da qualcosa (peni, dita, tamponi, sextoy, coppette vaginali, neonati) solo osservandolo: NON SI PUO’ VEDERE!!

Questo è l’imene di una persona che ha partorito due figli per via vaginale. Non si notano segni particolari, aperture, cicatrici, aspetti che effettivamente facciano pensare a un parto vaginale. Con questa riflessione la scritta “genitali da nullipara/genitali da pluripara” che troviamo spesso nelle visite vaginali è incorretta.

nullipara= non ha mai avuto parti
pluripara = ha avuto parti

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