Marmellata di mele cotogne

Fin da bambina ho sempre amato la cotognata, o meglio, “el dulce de membrillo”. Così si chiama in Argentina quella gelatina fatta con le cotogne che si mangia solida con un pezzo di formaggio fresco sopra un pezzo di pane. E qua ancora non sono riuscita a trovare nulla di simile, nè come cotognata nè come formaggio quindi mi tocca sempre aspettare di tornare là per quel momento di ricordi.

Ciò non toglie che non mi faccia la marmellata di cotogne quando ho occasione di trovarne o quando me le regalano.

Queste che vedete son troppo belle per provenire da un albero o esser raccolte bio ecc, non sono bacate, non sono martoriate, hanno una dimensione perfetta e son durate una vita (mi hanno aspettato molto prima di finire dentro i barattoli a mo di marmellata)

Me le ha regalate la suocera. Le mele cotogne son dei frutti antichi che non tutti conoscono più di tanto e non tutti ce le hanno in giardino quindi son molto difficili da reperire almeno che tu non abbia delle conoscenze particolari o una bella pianta in giardino che però non è detto che tutti gli anni faccia i frutti, tipo quella della zia non sempre li fa, dipende molto da quanta acqua cade.
Comunque, le cotogne sono molto dure da pelare e da tagliare. Quando sono selvagge poi son piene di vermetti e bachi e quindi il lavoro di pulizia è il doppio (non come queste che erano perfette) e il fatto di essere dure anche quando son mature non facilita le cose. Un’altra cosa da tenere in conto è che si ossidano molto facilmente quindi va fatta una alla volta oppure spremere un limone e usare il succo come anti-ruggine anche per le proprie mani per evitare che diventino rosse.

La cotognata, altro nome della marmellata, a me piace bella soda e quasi caramellata. Taglio la frutta a pezzetti e metto una quantità di zucchero tipo 1 kg di frutta e mezzo kg di zucchero più o meno, e l’aggiungo subito subito appena accendo il fuoco. Facendo così la frutta si caramella e quindi resta a tocchetti. Ma la quantità dello zuccherò può essere diversa e anche arrivare allo zero, si avrà un gusto molto cotognoso e delicato e si dovrà stare molto attenti alla sterilizzazione e successiva conservazione della marmellata una volta aperta (senza lo zucchero che agisce da conservante la marmellata dura meno)
Se invece volete una frutta che si spappoli dovete prima cuocere la frutta senza lo zucchero che aggiungerete dopo.
Tempo di cottura? mai calcolato… dipende da molte cose, da quanta frutta state lavorando, dal fuoco, dalla pentola e da quanto la volete soda. Per scegliere quest’ultimo passaggio esiste la prova del piattino. Si mette un po’ di marmellata in un piattino di ceramica e poi in frigo, si aspetta che si raffreddi e si osserva come diventa la marmellata da fredda e si decide se quella consistenza ci piace.

Questo giro mi sono un po’ distratta e mi si è asciugata un po’ troppo e i pezzetti di cotogne son diventati tipo delle caramellone ma son comunque squisiti e con lo yogurt o come dessert da cucchiaio sarà super! anche perchè per soli 3 barattoli che mi son venuti la terrò come l’oro!

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