Acidità di stomaco…qualche rimedio

I bruciori di stomaco, chiamati anche pirosi, che colpiscono molte donne durante la gravidanza sono causati dal reflusso gastroesofageo. Tra il 45 e l’80% delle donne in gravidanza soffrono di reflusso gastroesofageo. Per il 98% delle donne si ha la completa guarigione spontanea dopo la nascita del bambino.
Il bruciore è dato dai succhi gastrici che esondano dallo stomaco e risalgono le pareti dell’esofago dove c’è una mucosa che non è protetta contro gli acidi e questo provoca la sensazione di bruciore.
I sintomi tipici che la donna può avvertire sono:

  • il bruciore retrosternale,
  • rigurgito acido,
  • nausea,

quelli atipici, ovvero non comuni, comprendono:

  • la disfagia (difficoltà nel deglutire),
  • sensazione di globo-pesantezza,
  • dolore retro-sternale che non è causato dal cuore,
  • dispepsia e dolore addominale.

Infine ci sono anche dei sintomi extraesofagei, sempre poco comuni,come:

  • la sinusite,
  • la faringite,
  • la raucedine,
  • la tosse cronica,
  • la laringite,
  • erosioni dentali,
  • asma.

Il bruciore è causato da più fattori:
ormonali: il progesterone prodotto dalla placenta fa diminuire la mobilità gastrica e i movimenti peristaltici che aumentano il tempo di svuotamento dello stomaco, quindi il cibo resta per più tempo nello stomaco e il contatto dei succhi gastrici con l’esofago può essere aumentato.
meccanici: l’utero crescendo comprime lo stomaco e l’intestino diminuendo così la capacità dello stomaco e rallentando la digestione.
Per evitare il reflusso gastrico è consigliabile mangiare spesso e poco per volta visto che la capacità dello stomaco è ridotta dalla presenza dell’utero e perchè ci mette più tempo a svuotarsi.

Si deve cercare di non mangiare alimenti pesanti molto unti e/o molto proteici che influiscono negativamente sia sulla digestione che su altri parametri che causano il reflusso. Ad esempio per digerire le proteine animali lo stomaco ha bisogno di molta pepsina, un enzima che scinde le proteine animali, quindi per attivarla produce molto acido cloridico. Se si riducono le proteine animali a favore di quelle vegetali (legumi) ci sarà molta meno acidità e la digestione sarà anche più rapida e “meno pesante”.

Alcuni alimenti sarebbero da evitare perchè possono aumentare l’acidità dello stomaco come la menta, cioccolata, caffè e te con teina, alcol, succhi di frutta, cipolle, peperoni, agrumi, pomodori, fagioli e piselli. Questo quando si ha una alimentazione mista. Se si prova almeno per una settimana a ridurre drasticamente le proteine animali, si noterà come il resto delle verdure non sarà più così “bruciante”!

Tutte le persone sono diverse e alcuni di questi alimenti possono anche non aumentare il reflusso, mentre altri possono sopportare poco altri alimenti o l’unione di alimenti che separatamente non causano acidità di stomaco. Per questo bisogna stare attenti a cosa si è mangiato quando si hanno degli attacchi affinchè si possa correggere l’alimentazione evitando quegli alimenti e riducendo di conseguenza il reflusso. Incrementare l’assunzione delle Vitamina del gruppo B può aiutare a controllare l’acidità, alimenti ricchi di queste vitamine sono il lievito di birra, le uova, l’ananas fresco, le nocciole e il grano saraceno.

Oltre alla correzione dell’alimentazione si può stare attenti alle abitudini comportamentali. Si consiglia di alzare il letto di 15-20 cm dalla parte del cuscino, cercare di non dormire in posizione supina (pancia sopra) o sul lato destro perchè i succhi gastrici in queste posizioni hanno meno ostacoli per arrivare all’esofago. Dopo i pasti si consiglia di non coricarsi per circa 3 ore affinchè la gravità aiuti lo svuotamento dello stomaco. Chi fuma anche in gravidanza dovrebbe sapere che il fumo aumenta il reflusso esofageo e potrebbe essere utile non fumare per ridurre gli attacchi oltre che per la salute della donna e del bambino.
L’acidità di stomaco può aumentare in momenti di stress e causare eruttazione, aumenta anche in base alla posizione assunta o ai movimenti che si fanno, come chinarsi, sollevare pesi, ecc.

Se la pirosi è troppo forte il medico potrebbe prescrivere alla gravida un antiacido adatto alle gravide, come il Malox che può essere assunto in gravidanza, ma appunto da chiedre al proprio medico e s ci sono i criteri adatti. E’ sempre meglio provare per qualche settimana lavorando sulla alimentazione e provando con i rimedi naturali e poi rivalutare l’assunzione di un antiacido chimico.

Tra i rimedi naturali si può provare a bere alcune tisane che possono aiutare a ridurre l’acidità:
-succo di patata centrifugata, 1/3 di bicchiere lontano dai pasti
– acido alginico: è una sostanza che si estrae da alghe particolari, all’interno dello stomaco si trasforma in un gel che crea una barriera meccanica e protegge così la mucosa esofagea dai succhi gastrici. (1 mg dopo i due pasti principali). Ci sono dei prodotti già pronti in farmacia o in erboristeria.
– Altea (althaea officinalis) : estratto secco 500 mg per pasticca che si può trovare in farmacia, 2 compresse dopo i pasti principali. Infuso (foglie-fiori): 2 g per tazza d’acqua bollente; lasciare in infusione per 10 minuti, filtrare e bere più volte nella giornata.
-Estratti o tisane di camomilla, aloe e liquirizia: si possono prendere delle tisane o farsi fare un preparato degli oli estratti secchi da un buon erborista
-lo zenzero oltre ad aiutare contro la nausea è un ottimo rimedio per l’acidità perchè migliora la digestione e velocizza lo svuotamento, si può mangiare sia fresco che secco in polvere, circa 300 mg dopo i pasti, qua trovate molte ricette
-semi di lino: al mattino prendere un decotto con i semi di lino. Mettere circa 1 cucchiaio di semi in un pentolino con poco meno di 1 dito di acqua, cuocere a fuoco medio mescolando via via che si forma un gel, quando tutti i semi saranno inglobati nel gel il decotto sarà pronto. Lo si può prendere sia al mattino che la sera o quando c’è un attacco di reflusso.

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Psicologa Cecilia Autelli

Mi chiamo Cecilia Autelli e sono una psicologa. Inoltre, sono iscritta al terzo anno della scuola di psicoterapia a indirizzo cognitivo-neuropsicologico. Nella mia pratica clinica

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