Sempre più spesso si sente parlare di “autosvezzamento” che è un termine che vuole riprendere quello vecchio, “svezzamento“, che come significato aveva quello di togliere il vizio della tetta o del poppatoio imponendo al lattante alimenti, solitamente pappe, al posto di un pasto a base di latte materno o formula.
L’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, raccomanda che l’alimentazione del neonato fino ai sei mesi sia composta esclusivamente di latte, materno o formula, e che sempre il latte sia il principale alimento dai sei ai dodici mesi.
Se il latte deve essere il principale alimento allora gli altri cibi vengono chiamati complementari perchè completano la dieta del bambino.
Questa alimentazione quindi prende il nome di “introduzione di alimenti solidi complementari” al latte, il bambino per un periodo di tempo continuerà ad alimentarsi maggiormente di latte e inizierà a fare degli assaggi di cibo solido.
Essendo una frase lunga e di non semplice utilizzo un’altro termine è diventato più usato e famoso l’autosvezzamento.
Perché auto + svezzamento? La parola auto sta a indicare che è il bambino a decidere cosa, quanto e come mangiare, un po’ come con l’allattamento a richiesta dove sono riconosciute le competenze del bambino di sapere quando ha fame e quanta fame ha.
Ma come iniziare l’Autosvezzamento e che alimenti utilizzare?
La risposta è semplice: tutti quelli che fanno parte dell’alimentazione della famiglia! Ovviamente non tutti tutti. Intanto la famiglia deve avere una alimentazione sana (no fritti, giusto sale cercando di limitarne l’uso, che non ci sia un eccesso del consumo di formaggi e proteine animali in generale, buona varietà di scelta tra cereali, verdure e legumi) e ci sono poi quegli alimenti che son sempre sconsigliati come il caffè, lo zucchero, vino, latte vaccino come sostituzione di un pasto, ecc.
Non sono però teorie inventate ma si basano su com’era la nostra alimentazioni nel passato e su studi scientifici che dimostrano che dare un piatto di fusilli al pomodoro non è nocivo per il bambino. Lo sviluppo completo (o maturazione) del sistema digerente del neonato si ha intorno ai 6 mesi, più o meno quando il neonato mostra i segni di essere interessato al cibo e sta seduto da solo -condizione necessaria per poter ingerire cibi solidi, se non riesce a stare seduto si rischia che gli vada di traverso o che non riesca a ingoiare bene- e quando inizia ad avere una certa autonomia nel portarsi il cibo alla bocca.
Questi segni esterni mostrano anche che il suo stomaco è pronto, ovvero che ha iniziato a produrre acido cloridico che potrà attivare gli enzimi per la digestione delle proteine e che il suo intestino è ora pronto per assimilare altre sostanze oltre al latte materno o alla formula.
Come accennato prima, che lo stomaco del bambino sia pronto e anche il suo intestino, non significa che il bambino potrà mangiare tutto tutto e in tutte le salse. In famiglia ci dovrà essere una accortezza nel modo di cucinare e dovrà essere salutare. Quindi pochi formaggi, poca carne (di solito si abusa e si mangia spesso carne o troppe proteine al giorno dal momento che anche se in minima parte sono contenute anche nei carboidrati), tanto olio o condimenti salati.
Cogliere l’opportunità dell’introduzione degli alimenti solidi per migliorare l’alimentazione della famiglia per poter condividere tutti insieme un pasto mangiando le stesse cose senza impazzire e mangiando con gusto!
Ci sono tante cose interessanti che si possono mangiare e che si possono usare per migliorare l’alimentazione. Ad esempio consumare più legumi al posto della carne, usare esaltatori di sapidità sani come il gomasio, il dado vegetale fatto in casa, semini tostati per dare un tocco profumato alle pietanze o usare le spezie.
E’ vero che i bambini non hanno denti o ne hanno pochi, ma le loro gengive sono molto forti e riescono a schiacchiare il cibo per poterlo ingoiare.
Un po’ di accortezza nel formato in cui si offrono gli alimenti può aiutare molto, ad esempio a piccoli pezzetti che siano afferrabili dal bambino o a bastoncino. Gli alimenti da evitare o da modificarne la forma sono quelli tondi, come uva, pomodorini, ceci al dente, nocciole e altra frutta secca liscia, ecc., oppure qualche verdura cruda che con i morsi del bambino può generare dei bocconi troppo grandi, come ad esempio la carota, la mela, con queste basterà o sbollentare/cuocere per ammorbidire o offrire dei pezzi piccoli come per la mela.
Uno degli obiettivi poi dell’autosvezzamento è quello di rendere il bambino indipendente.
Avendo la libertà di scelta il bambino è libero di provare, libero di sentire le consistenze del cibo e sperimentare, questo almeno i primi tempi poi inizierà a usare le posate e diventerà autonomo. Il poter a 6/7 mesi portare in autonomia il cibo alla sua bocca gli permette di migliorare la presa con le mani, centrare la bocca quindi affinare un altro movimento, imparare da solo il nuovo modo di masticare (diverso dalla poppata e che male si presta con l’imboccatura col cucchiaio), scegliere la grandezza dei pezzi in base ai tentativi (se grossi vengono sputati fuori e sembra che vada di traverso, ma il punto di riflesso del vomito nel neonato è più esterno proprio per consentirgli di fare questi esperimenti e di comprendere meglio cosa inserire in bocca) e masticando cose solide con consistenza più dura favorire la dentizione. Non tutti i bambini però amano mangiare con le mani e non tutti gradiscono il fai da te, ci saranno alcuni bambini cui piacerà essere imboccati, a tutti i pasti o solo in alcuni momenti.
E le allergie? tanti studi hanno messo in evidenza che introdurre prima o dopo alimenti allergizzanti non modifica i risultati, chi sarà soggetto a avere una allergia la svilupperà comunque.
La cosa importante è introdurre gli alimenti quando è il momento giusto, quando il bambino manda tutti i segnali che è pronto e che è interessato a questo nuovo gioco!
Per chi ha invece allergie alimentari in famiglia si suggerisce di introdurre gli alimenti per cui si ha l’allergia dopo i 12 mesi.
Va da se comunque che se la mamma ( o un altro familiare stretto) è allergica al pomodoro difficilmente userà il pomodoro per le pietanze di tutti i giorni quindi il bambino non sarà esposto agli allergeni di quegli alimenti.
Se il bambino dovesse comunque essere allergico a un alimento lo sfogo cutaneo si svilupperà vicino all’introduzione dell’alimento che lo ha causato, e potrete ben capire quale nuovo alimento ha dato fastidio al bambino. Anche se in famiglia si mangia con molta varietà, per ogni pasto non ci sono tanti alimenti e si potrà comprendere cosa è stato.
Se volete approfondire potete visitare il sito di Autosvezzamento dove trovare tanti spunti e articoli interessanti o leggere i libri:
Lucio Piermarini, ”Io mi svezzo da solo!”
Paola Negri, “W la pappa!”
Giorgia Cozza, “La pappa è facile!”
Fonti:
Lucio Piermarini, ”Io mi svezzo da solo!”
Paola Negri, “W la pappa”