Perchè io valgo! questo è un mantra che tutti dovrebbero ripetersi, soprattutto chi ha una P.IVA e ogni tre per due gli viene chiesta una prestazione (o meglio “consiglio”) gratuito, ad esempio sui social o durante la fila alle poste. O quando ci rispondono “ma è troppo caro”.
Io sono una ostetrica libera professionista e il mio lavoro lo svolgo CON passione e non PER passione. Questa è un’altra delle cose che solitamente mi rispondono, che dovrei farlo per la mera passione, come quando offrono visibilità in cambio di articoli.
Da un lato le libere professioniste non sempre vengono scisse dalle colleghe ospedaliere i cui servizi sono gratuiti per le donne, ma l’ostetrica è assunta e pagata dall’ospedale, quindi nemmeno lei lavora gratuitamente.
Che poi alcune ostetriche -assunte dall’ASL, disoccupate, libere professioniste- si sentano libere di dare “consigli” gratuitamente è un altro fatto. Lascia fare su quanti body comprare per il bambino per i primi tempi, ma quando i “consigli” toccano altri temi che nascondono vere consulenze, ecco che la cosa non va più tanto bene. Non solo per la gratuità della prestazione, ma perchè spesso non c’è una anamnesi completa, manca un referto e non c’è una assicurazione a coprire il tutto. La donna rischia di avere un consiglio errato se non controproducente, e l’ostetrica non può tutelare la donna con una assicurazione professionale. In questo articolo la collega Rachele Sagramoso parla del lavoro delle ostetriche in nero e del perchè sia dannoso.
Come libera professionista ho l’obbligo di:
- essere iscritta all’albo delle ostetriche (ha un costo sui 100/150 euro annui)
- pagare l’assicurazione professionale (si va dai 200 in su in base alle attività offerte)
- pagare i corsi di aggiornamento per accumulare almeno 50 ECM annuali (c’è l’obbligo di aggiornamento professionale ogni anno e per le libere professioniste spesso sono a pagamento, un corso con crediti parte da circa 40/50 euro per quelli online per circa 10 ECM per arrivare anche a 500/700 euro per un corso di 2/4 giorni con un tot di crediti che va dai 20 ai 50, se il corso non è in zona si aggiunge il viaggio/vitto/alloggio)
- pagare il commercialista (dai 500 in su)
- pagare le tasse (si va dai 30% al 50% in base al regime inps)
Altre spese connesse con la libera professione:
- costi dell’affitto di sale, materiale professionale, materiale didattico, cancelleria, promozioni/volantinaggio, sito online, ecc.
- costo degli spostamenti, che sia con i mezzi pubblici o auto
- avere un compenso per le ore “lavorate” e un piccolo surplus perchè altrimenti non c’è guadagno e una non può progettare ampliamenti, miglioramenti, investimenti nel suo stesso lavoro
- le spese vive per vivere
- le ore passate dietro ai social e al blog per offrire informazioni accurate ed interessanti, e il tempo che dedico alle pubbliche relazioni con le aziende per poter avere i campioni dei prodotti e raccontarveli senza peli sulla lingua
- corsi di formazione extra ECM perchè magari non sono previsti e una si vuole formare proprio su quel campo per essere più competente
- abbonamenti a riviste, acquisto di libri
In una consulenza, in un corso o per degli incontri, quindi non c’è solo il tempo di quel incontro/corso/consulenza ma tutto quello che c’è dietro, un po’ come quello che nasconde un sipario al teatro, con il biglietto dello spettacolo non si pagano le due ore di show ma tutti i mesi di preparazione e formazione degli attori. Per non parlare del motivo per cui viene scelta una libera professionista! magari è la più brava in un determinato ambito o è quella con cui si è instaurato un certo feeling, sia per il carattere che per la sicurezza che infonde con le sue competenze.
A luglio è stato pubblicato il nuovo tariffario ostetrico e ho visto che il costo delle mie prestazioni, anche se non sono molto distanti dalle cifre suggerite come “minime”, sono ancora un po’ basse. Quello che ci frega a noi ostetriche è che spesso pensiamo al costo da darci più in funzione di attirare più persone invece che pensando al nostro costo reale, dato dalle spese e da quello che possiamo offrire come professioniste. Quando i servizi che offriamo sono comunque rivolti ad un pubblico che può fruire dei servizi base gratuitamente nei consultori/USL, quindi se scelgono noi lo fanno perchè vogliono quel qualcosa in più che ci differenzia dalla “concorrenza” gratuita o a pagamento.
Dal momento che mi chiamano il Coordinamento LGBTE di Treviso per condurre incontri su salute e sessualità, la casa maternità Amaranto o la Tenda Rossa di Ceriale, una fisioterapista di Verona per organizzare un mega evento per 100 persone ed altre associazioni sparse in giro per l’Italia, o consulenze italiane ed europee via skype perchè vogliono proprio me, per non parlare di quelle che fisso quando mi sposto per i vari corsi, che ho una pagina su gioia.it dove sono raccolte le mie interviste…ecco, se gli altri mi cercano posso iniziare a sentirmi una #fottutaprofessionista e fare come quelle nella pubblicità e dire a me stessa “Perchè io valgo!”
Ho deciso quindi che io valgo ( e che sono una #fottutaprofessionista come dicono mia sorella la Spora e l’Estetista Cinica, trovate il video qua sotto) e che adatterò il valore delle mie prestazioni al Tariffario Nazionale. Da gennaio troverete le mie nuove tariffe, no, non saranno rincarate del 50%. Valuterò consulenza per consulenza e dai 60 € classici troverò una giusta misura tra i 75/90 € raccomandati.
Al minuto 3, l’Estetista Cinica introduce la sua storia e conia il termine “#fottutaprofessionista”. Qualsiasi cosa voi scegliate di fare, fate in modo di essere delle #fottuteprofessioniste e che chi viene da voi dica “Cazzo!”