Ci sono degli avvenimenti che ogni tanto mi lasciano così, un po’ basita. Son dietro a beghe e in una risposta hanno usato contro di me una mia battuta “errori orrorosi”, che avevo usato per sottolineare che so bene di non sono un premio nobel come scrittore, non è il mio lavoro e che probabilmente avrebbero trovato cose da sistemare, come sempre.
Ora, il mio lavoro sono i contenuti e le forme colorate che do alle mie spiegazioni, o le metafore particolari che nascono a descrivere una azione, una parte del corpo nascosta o una emozione/sensazione.
Chi mi legge sa che scrivere non è il mio mestiere e che ho un altro tipo di laurea, che spesso capita che io non rispetti una consecutio temporum sapendo benissimo come si usano i congiuntivi e i futuri, o che non ci sia il giusto ordine tra le parti che compongono una frase. A volte l’avverbio di tempo lo metto in fondo, altre in mezzo, altre in cima e ancora non ricordo mai dove sta, anche se posso riprendere in mano un libro e studiare poi non lo ricorderò. Come ci sono parole lunghe che non faranno mai parte del mio vocabolario che invece è ricco di metafore perchè solo con quelle riesco ad esprimere i concetti e a renderli chiari agli altri.
Trasformo le mie idee in disegni, non in parole.
Ora che sempre più spesso scrivo per altri, mi accorgo di come questo mio stile sia valutato e mantenuto (correggono solo errori ortografici, di sintassi e di battitura) e come ci sono quelli che cambiano le mie metafore e la totalità della costruzione delle mie frasi, tanto che sembra che non abbia più scritto io quelle cose, tanto da domandarmi se volevano solo il mio nome.
Nel tempo ho compreso che determinati argomenti non fanno proprio parte di me, come la politica, la storia e la geografia. L’unico modo che ho per ricordarmi dove sta un posto è andarci di persona. Come ho eliminato da tempo la filosofia e i ragionamenti ‘meta qualcosa’ che proprio non riesco a seguire, del tipo ci vorrebbe uno che me li traducesse con disegni.
Quando decisi di battezzarmi a 18 anni la mia madrina mi regalò una bibbia per bambini, piena di disegni e con i testi accorciati a prova di bimbo. Alla facoltà di biologia all’esame di citologia presi un bel voto perchè praticamente per studiare avevo rifatto tutti i disegni con le etichette che erano presenti nel tomo dei medici.
E’ per questo che quando spiego qualcosa a una mia paziente non mancano mai le matite colorate e i fogli bianchi, non so mai in che modo apprenda quella persona (visiva, uditiva, cinestetica) ma so come io riesco a farmi comprendere: con le immagini.
Non ho solo difficoltà a leggere, scrivo male cambiando posto alle parole dentro la frase, sposto l’ordine delle lettere, mi mangio le parole soprattutto a voce, ho poca sincronicità con il mio corpo ma la cosa strana è che non ce l’ho nei movimenti fini delle dita, scrivo malissimo se vado di fretta ma riesco a disegnare particolari in un modo non preciso come un pittore ma me la cavo parecchio, non ricordo le cose che mi dicono a voce, non riesco più a fare le somme o sottrazioni a mente,se sono stanca parlo come Tarzan o balbetto, o inverto consonanti (classico è vagila per dire valigia) o con le parole lunghe non riesco a finirle o viene un pot pourrit assurdo, tanto che spesso mi dicono “fermati e compra una vocale” oppure “ricalcola percorso”, e spesso lascio i discorsi a metà.
Posso parlare più lentamente e cercare di evitare refusi a voce, posso rileggere mille volte ma raramente vedo i miei stessi errori, a volte deve passare un mese perchè riesca a vedere un insieme di lettere in modo diverso, leggo lentissima tanto che se un articolo sul cellulare lo stiamo leggendo in due mi chiede di scorrere più in basso quando io sono ancora a 1/3 o a 1/4 dei contenuti.
Non posso cambiare
.non smetterò di fare errori, l’anno scorso sul campanello di casa ho scritto “Vioteta” e me lo ha fatto notare il postino
.continuerò a dimenticarmi le parole e a usarne 5 per descriverne una sola o usare la parola in spagnolo perchè è quella che è venuta a galla prima
.non smetterò di sbattere contro gli oggetti o far rovesciare bicchieri
.non cambierà il fatto che per come il mio cervello funziona apre mille finestre che mi portano a cambiare discorso e a deviarlo anche 4 volte in 5 minuti
.non riuscirò mai a raccontare la trama di un film o una storiella/barzelletta
.ma non smetterò mai di fare foto e disegni, perchè per come il mio cervello immagazzina le cose è il modo migliore e più bello che ho per condividere con gli altri le mie emozioni, le mie idee, il mio essere
.non smetterò di gesticolare, perchè il gesto delle mani mi aiuta a focalizzare e immaginare meglio le parole che devono uscire
Sono dislessica, non malata. Ho un mio modo di sistemare le cose nel mio cervello, ne ho un altro per tirarle fuori, con i miei tempi e fortunatamente con i miei colori.
Ma sono stufa di dover giustificare il perchè
perchè non scrivo bene,
perchè gesticolo,
perchè non riesco a individuare una icona sul pc di un altra persona,
perchè ci metto mezz’ora a leggere una pagina,
perchè sbatto contro i bicchieri, che se oscillo mentre cammino per me è normale,
che mi dispiace se mi perdo mentre parlo e se partendo da una ricetta si arriva ad una pratica ostetrica.
Da un lato sono riconoscente alla mia dislessia, unita alla mia creatività, perchè per poter spiegare meglio agli altri mi ha portata a creare quello che mi serve per il mio lavoro, e che di conseguenza può essere utile a tante altre. Da un altro spesso mi sento meno intelligente o idiota, non perchè me lo senta davvero, ma per come altri si comportano nei miei confronti vedendo solo quello che vogliono.
ps: l’immagine erano i miei appunti per studiare le fasi del parto, tutti gli elementi che scatenano le contrazioni, il bacino e la testa del neonato.