No, non è il classico post sul perchè può essere utile prendere un sextoy vibrante. Quello arriverà tra un po’.
Sono circa due mesi o poco più che la mia vita si è riempita di sextoys, lubrificanti, creme stimolanti, laser ringiovanisci-tope (come chiamo io il laser della Lowe che punta a migliorare la salute vaginale/sessuale), chiacchierate plurilingua sulla sessualità, mille nuovi libri da leggere sempre su orgasmi e punti nascosti, e orgasmi. Si, che la mia idea è che se devo parlare e spiegare ad altri una cosa, almeno devo conoscerla questa cosa.
Capire le forme di un oggetto, perchè hanno scelto una curva o un’altra, perchè una funziona meglio o peggio, o perchè hanno fatto alcuni prodotti che addirittura cambiano la forma per adattarsi alle varie forme femminili.
Così come ho provato le quasi 80 coppette della mia collezione, così provo questi giochi che puntano al piacere e imparo a conoscerli, ma soprattutto imparo a conoscere me stessa. Mica posso parlare di punto A senza prima essere andata a scoprire se esiste davvero. Comprendere i materiali, toccarli con mano e compararli. Sentire le differenze dei siliconi usati, la qualità dei materiali scelti. Comprendere che se l’oggetto è cavo dentro si avrà un tipo di vibrazione o che la vibrazione cambia in base all’intensità e ovviamente in base alla marca.
Avevo provato tanti modi per parlare di sessualità, ma forse i tempi non erano maturi. O forse non lo ero io.
Credo che avessi bisogno di emanciparmi ulteriormente, di lavorare su me stessa e non sentirmi rotta come mi sentivo, come mi facevano sentire i miei ex perchè non funziono con i tasti “On/Off”.
Così come l’anno scorso provai a scegliere la via dei vibratori per farmi conoscere dalle donne, così scelgo ora. Solo che l’anno scorso pensavo che la strada fosse quella di venderli con le “tupersex” (così le chiamano in spagna, almeno sono onesti sul motivo degli incontri: vendere sextoys e parlare un po’ di sessualità, ma essenzialmente vendere sextoys); ma non sono fatta per parlare di sextoys a mo di presentazione commerciale e proprio non sono fatta per vendere cose alle donne durante gli incontri. Le riunioni che avevo organizzato alla fine parlavamo di sessualità, di anatomia, di stimolazione anale, dei dubbi delle donne e i sextoys occupavano solo una parte marginale che serviva per far due risate o per colmare dei gap. Mi capita spesso di suggerire un vibratore a quelle donne che ancora non sono riuscite a raggiungere un orgasmo in vita loro, e decidono di voler sperimentare, provare, ascoltarsi, e mi chiedono cosa possono prendere. La cosa buffa è che tutt’ora i sextoys occupano una piccolissima parte di tempo dei miei incontri, ed è la cosa che mi piace di più!
Non sono una venditrice! E allora ora che me ne faccio?
Ci creo la collezione più figa che ci possa essere!! mi hanno detto che ne ho già troppi. Eppure rispetto al commercio me ne mancano ancora tanti, perchè tanti sono i gusti delle persone. Poter far sentire a una persona com’è fatto un gioco, o anche se pubblico un articolo mostrare due giochi simili ma diversi quel che basta per far si che uno non sia sicuro, poter far scegliere facendo toccare con mano, nello stesso modo in cui già faccio con le coppette mestruali, perchè di una cosa sono sicura, dopo aver stabilito che tipo di morbidezza richiede un determinato pavimento pelvico, la scelta poi è un colpo di fulmine al primo tocco.
E poi perchè sono utili per potergli fare foto ad esempio per aiutare a comprendere meglio tra loro come sono fatti, per scegliere meglio quello che potrebbe fare al caso proprio.
Ho le coppette mestruali (circa 80), ho le palline vaginali che vanno crescendo e ora ho i sextoys.
Ovvio che il mio interesse per avere una collezione non è quello di metterli in una teca e osservarli (o perchè tutto ad un tratto son diventata ninfomane). Ma quello di usarli come uno dei vettori per parlare di sessualità in modo allegro e spensierato.
Il mio obiettivo è quello di liberare la sessualità, che sia attraverso i contenuti dei miei articoli, attraverso gli articoli per altri portali, attraverso le mie foto, o i miei incontri (o l’esercito di ostetriche che andranno in giro a parlare di sessualità), o attraverso la fama della mia collezione, beh come si suol dire, l’importante è che se ne parli e, in questo caso specifico, aggiungerei che se ne parli allegramente!
Ho già avuto tanti feedback che il mio modo di pensare senza costrizioni, senza giudizio, porta ad avere delle foto che non sono volgari, non sono oscene, e anzi fanno apparire gli oggetti come naturali, semplici oggetti senza quell’ombra di tabù che ancora c’è quando si pronunciano le parole “sesso” “orgasmo” “clitoride” “vagina” “vulva“. Vi siete accorti che non ci sono di solito difficoltà a dire “pene” o meglio “cazzo”? Sembra quasi che sia più il sesso femminile, inteso sia come organo genitale che come “pratica” ad essere velato di sporco.
E le immagini parlano, raccontano di quello che potrebbe essere senza che sia sporco, fanno trovare una nuova via ai contenuti, dicono che “si, se ne può parlare”.
Al momento la mia collezione conta di quasi 70 pezzi, più una quindicina di palline.
Non sono previste recensioni dei singoli articoli ma di video o articolo dedicati in base alle forme o ai punti da stimolare (vibratori clitoridei, doppia stimolazione, punto G, dildi, plug anali, ecc). Con il progetto dei video partirà anche la rubrica delle domande, avrete possibilità di fare domande e io risponderò alle più interessanti!
Avete già qualche domanda da anticipare?