cordone ombelicale
Visto che ne ho parlato nel post precedente, magari qualcuno era interessato alla pratica….
Il cordone ombelicale è quel tubicino che collega il feto alla placenta (la placenta è un organo fetale in stretto rapporto con l’utero materno, che ha la funzione di ossigenare e arricchire di nutrienti il sangue del feto).
cellule staminali emopoietiche
Al momento della nascita sia il cordone ombelicale che la placenta contengono un po di sangue fetale, questo è ricco di cellule staminali emopoietiche, identiche a quelle del midollo osseo capaci di generare globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Quindi queste cellule staminali possono sostituire il midollo osseo per il trapianto in persone affette da malattie al sangue, leucemie e linfomi.
come si fa
La raccolta di sangue dal funicolo avviene dopo la nascita del bambino e dopo che è stato reciso il cordone ombelicale, quindi non comporta alcun rischio nè per la madre nè per il bambino.
Con una siringa apposta si aspira il sangue residuo nel cordone, che viene messo in apposite sacche sterili. Non tutte le raccolte vanno a buon fine; intanto c’è una quantità minima che sono 60 ml, e magari non sempre si riesce a raccogliere tutto quel sangue. Dopo la raccolta il sangue viene analizzato, esaminano la quantità di cellule raccolte e la loro vitalità, ed è probabile che anche se la quantità di sangue sia giusta ci siano altri parametri non rispettati. Solo 1/4 dei campioni è buono per essere usato in futuro. Il sangue viene poi congelata a circa -190 °C.
a chi si dona
In Italia e in molti altri paesi, la donazione è eterologa, cioè, il sangue del cordone donato verrà usato da altre persone e non dal donatore; se uno volesse mettersi da parte il suo sangue dovrebbe contattare un’associazione privata e spendere sui 2000 euro!
Pensate che con le cellule contenute in un cordone ombelicale si può guarire una persona che pesa 40 kg. Stanno però studiando la maniera di usare il sangue di due bambini diversi per trapiantare una persona più pesante, solo che questo porta altri rischi di rigetto o incompatibilità tra i due tipi di sangue.
dove donare
Se una mamma vuol donare il sangue del cordone ombelicale deve prima accertarsi che l’ospedale dove andrà a partorire abbia un centro di raccolta, che di solito coincide con il centro trasfusionale, quindi che ci sia il personale qualificato per la raccolta al momento del parto, di solito tutte le ostetriche sono state formate per tale pratica.
cosa fare per…
Per donare il sangue, la donna deve prendere appuntamento con il centro di raccolta dopo la terza ecografia del terzo trimestre, portare tutte le analisi che ha fatto durante la gravidanza e sottoporsi a degli analisi del sangue atti a rilevare infezioni batteriologiche o virali.
Per poter far la donazione, la donna deve firmare un consenso informato, dove dichiara di essere favorevole alle varie analisi del suo sangue e alla donazione, e non appartenere a categorie a rischio (omosessuali o bisessuali con più partners, tossicodipendenti…)
criteri di esclusione
Ci sono però dei criteri di esclusione a priori, come per il donare il sangue: malattie infettive quali sifilide, ittero, HIV, HCV,HBV, epatite virale, tatuaggi o piercing fatti da meno di un anno, rapporti sessuali non protetti o promiscui, uso di droghe pesanti, e chi ne ha più ne metta!
Ma ci sono anche patologie instauratesi durante la gravidanza che escludono la mamma al donare il sangue del cordone: febbre il giorno prima del parto, rottura prematura delle membrane superiore alle 12 ore, preeclampsia e diabete gestazionale.
tornate dopo 6 mesi!!
Se il prelievo è riuscito bene, affinchè tutto sia in regola, la madre dovrà presentarsi dopo 6 mesi dal parto per eseguire un ulteriore analisi del sangue (sempre alla ricerca di microbi) e il suo bambino verrà visitato da un pediatra. Se non si presenterà all’appuntamento tutta la pratica salta e il sangue raccolto non viene preso in considerazione.
Tutte queste precauzioni vengono prese perchè il sangue prelevato andrà a una persona malata e debilitata che non potrebbe gestire una qualsiasi infezione trasmessale.
Psicologa Cecilia Autelli
Mi chiamo Cecilia Autelli e sono una psicologa. Inoltre, sono iscritta al terzo anno della scuola di psicoterapia a indirizzo cognitivo-neuropsicologico. Nella mia pratica clinica